Emerald è folk lontano ammantato da notevolissimi fronzoli.
I PBS sono anche "Pop prog", "Art rock" e diluitissima psichedelia
nonchè ricchi ospiti e turnisti appassionati alla causa di Kitto e Pna.
Emerald è un album tondo e trasversale da mettere con qualsiasi piglio e da far suonare live in circostanze svariate.
Un bello fra i belli è che non ha nè capo nè coda: è una ruota, una circonvoluzione o se preferite una circonvallazione sterrata e stellata.
Emerald è un lenzuolo dal peso mutevole.
Noi, edotti e risolti nei generi preferiti,
sentiamo dai Comus ai Collage, da i Free e i Love a Tracy Chapman, dalle bonus acustiche dei Savatage agli Eagles nella stessa canzone!
Noi che sappiamo da dove nascono alcune perle del duca Bianco, noi che cogliamo le tinte anche al buio del doom, noi che elargiamo giudizi come se avessimo bilance al posto delle mascelle, noi che spaziamo dal metal classico al metal classico senza soluzione di continuità, noi che... regaliamoci questi meritati ascolti.
So, comunque, che molti non possono far propri questi paesaggi musicali e non v'è biasimo alcuno.
Questa in E.dei PBS è arte da godersi in personale sospensione o da respingere con rispetto.
In sede voto arrivano le difficoltà maggiori:
l'album è suonato, desiderato, scolpito, maturato, donato e contiene percorsi ineccepibili ma...
ma costa molto dare voti distanti dal sei e mezzo.
"Meno" sarebbe torturarsi in aspettative doloranti e zeppeliane ferite aperte e "più" sarebbe per uno a cui piacciono i sette (in calce alle rece) esagerare.
Emerald è una gemma senza voto.
Possiate lasciar germogliar le vostre arti anche sotto queste soavi colonne sonore.
State Ebbri
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