Due anni sono passati dal magnifico "
Fire Meets Ice" del 2013, opera prima per la sempre da applausi
Cyclone Empire, ed ecco che i più grandi, riusciti e naturali eredi dei
Bathory "viking era" tornano con un lavoro all'altezza sia del valore dei dischi passati sia delle aspettative, consegnando un disco a dir poco epico, valoroso, eroico, con quelle atmosfere nordiche fatte di battaglie, di drakkar che solcano i gelidi mari del nord, di evocative cerimonie lungo i fiordi: tutto questo è "
Nattramn", ennesimo centro nella carriera degli
Ereb Altor, che come unico momento di stanca (ma pur sempre valido) hanno conosciuto solamente "
Gastrike", l'ultimo disco pubblicato dalla austriaca
Napalm, che ha avuto unicamente la colpa di cercare sonorità un po' troppo estreme.
Al contrario, questo "
Nattramn" probabilmente suona leggermente più classico rispetto al suo predecessore, che presentava anche brani nettamente più oscuri e maligni come la splendida "
Nifelheim", protagonista anche di un lyric video notevole. A parte la title track, notevolmente più tirata e con voce in scream (e, se non si fosse capito, ispirata e malevole come poche, con meravigliosi e lancinanti assoli), si è cercato di privilegiare maggiormente le atmosfere più sognanti e stentoree, come presenta in maniera esemplare l'apripista "
Midsommarblot", vero monumento dell'epic viking metal più ortodosso.
Stesso risultato per la delicata e sognante "
The Dance of the Elves", anch'essa con una cura clamorosa per i cori ed i ritornelli, coinvolgenti e con un pathos elevatissimo, complice anche la produzione inappuntabile.
La lunga e dedita al mid-tempos doom "
Dark Waters" ci porta nella seconda parte del disco e chiudendo gli occhi talvolta ci pare di essere immersi nel mondo dei
Summoning, prima di concludere questo viaggio con la doppietta conclusiva "
Across the Giant's Blood" - "
The Nemesis of Frei", tra i brani più evocativi e magici mai composti dagli Ereb Altor, senza dubbio l'incarnazione attuale più riuscita dello spirito di
Quorthon: una doppietta in cui potrete ritrovare i momenti più famosi e storici della coppia d'oro "
Twilight of the Gods" e "
Hammerheart", sognanti, drammatici, violenti e sanguinari come sono quelli scolpiti decenni fa dal mai troppo compianto Tomas Forsberg, a tutt'oggi fluttuanti in un limbo sospeso nel tempo, così come la sua mitologica figura.
Grandissimo disco per una band veramente illuminata in cui il passato risplende con fulgore eterno.