Passione, divertimento,
rock n’ roll … tre ingredienti “semplici”, retaggio di un mondo apparentemente meno “complicato” e frenetico del nostro.
Sono queste le prime suggestioni che ricavo dall’ascolto di “Il TUSCO canta e MAO gliele suona!”, il lavoro solista di
Diego ‘Il Tusco’ Tuscano (Autodistruzione Blues, SanniDei, ElettroCirco, Shanghai Noodle Factory, Fungus, …) nato con la collaborazione di Mauro ‘MAO’ Gurlino (noto cantautore, chitarrista, attore e conduttore radio-televisivo torinese), che ha arrangiato,
mixato e registrato l’opera presso il “CortoCorto Recording Studio” in quel di San Salvario, quartiere multietnico della capitale sabauda.
E non si tratta di pura “nostalgia” (almeno non solo di quella!), ma del ritorno a un approccio rilassato e disincantato alle “cose della vita”, rilevandone i tic e le distorsioni con lo sguardo di chi è ancora capace di esplorarle senza essere colto dalla smania di aggiornare il suo stato su
Facebook.
Registrato in due giorni, in presa diretta e in modalità completamente analogica, l’albo suona caldo e avvolgente e la sua miscela di
soul,
funky,
blues,
psichedelia,
jazz e
hard-rock riporta la mente agli anni sessanta e settanta, aggiungendo alla reminiscenza una sensazione netta di disinvoltura e naturalezza, non così comune nemmeno in questi periodi di diffusa propensione
revivalistica.
Strumentisti esperti ed eclettici forniscono il giusto supporto alla laringe pastosa di Diego, un cantante dall’ottima tecnica che però riesce a fare la differenza soprattutto grazie alle spiccate capacità interpretative ed espressive, troppo spesso sottovalutate dal popolo (sempre più numeroso!) dei propugnatori della fonazione modulata.
Uno che nella voce che ci mette l’anima, insomma, e questo indipendentemente dal fatto che si tratti di essere energici, malinconici, ironici o accattivanti, in un programma che piacerà a chi venera gente come Free, Led Zeppelin, Cream, Patto, Traffic e James Gang e ama essere cullato da onde soniche fluttuanti e intense, capaci di stimolare sensazioni forti e (perché no?) spontanei sorrisi.
In tale situazione, difficile scegliere quali siano le priorità della raccolta: il
groove magnetico di “Tracce di frenesia” e “Salsedine”, le balugini
pop di “Demagogia fiscale”, le raffinate atmosfere
jazzate di “Luna incostante” e “Risoluzione alternativa (Noi due)” e ancora la
freakettona "Le parole” (con la sua “appendice fantasma” “Libero”), sono sicuramente momenti brillanti degni di menzione, e tuttavia anche le melodie ammalianti della sprezzante “Teletossico” e le simpatiche frivolezze di “Pensa alla salute”, “Quella che non sei” e “La mano” finiscono per conquistare fin dal contatto iniziale, per un
Cd da gustare dalla prima all’ultima nota.
“Il TUSCO canta e MAO gliele suona!” ricorda ai
rockofili un’epoca in cui la musica non era solo una questione tecnologica e non era destinata a diventare il contenuto di un’anonima cartella di
file in mezzo a mille altre, e lo fa ben sapendo che, nella migliore delle ipotesi, probabilmente finirà proprio nell’affollato
hard-disc di un
PC … per quanto mi riguarda, “semplicemente” un disco oltremodo gradevole.
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