Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2015
Durata:51 min.
Etichetta:Moribund Records

Tracklist

  1. ETERNAL MISANTHROPY OF THE BLACK COSMOS
  2. INCINERATED CROSS
  3. INFERNAL MANIFESTATION
  4. WHEN THE LIGHT DIES
  5. ROTTEN CREED
  6. CONVICTION OF NOCTURNAL RAVEN
  7. GARDEN OF SPIRITS
  8. A DREADFUL CHANT FOR SELF-DESTRUCTION
  9. ALL YOUR LIES (DIABOLICAL MEMORIES)
  10. GHOST IN THE SHADOWS

Line up

  • Abomination: Guitars
  • Count Shadow: Vocals
  • Antichrist: Drums

Voto medio utenti

Esistono alcuni album "familiari", di quelli che, quando li ascolti, ti sembra di conoscerli da sempre: "When the Light Dies", seconda fatica per i messicani Luciferian Rites, è uno questi.
Black Metal purissimo, rigidamente ancorato alla tradizione scandinava di oltre venti anni fa, freddo, violento, nero.
Tutto questo, o se preferite, semplicemente questo è ciò che ascolterete nelle dieci tracce di un lavoro che paga dazio ai primissimi Gorgoroth (quelli con Hat alla voce...), ai Darkthrone d'annata o alla scena finlandese che più di una volta viene citata dai Nostri.
Credo sia ovvio che "When the Light Dies", se vogliamo anche fin dal titolo, non abbia nessuna pretesa di originalità ed invece punti tutto sull'impatto, sulla vera dedizione ad un suono che sembra non voler morire, e su una manciata di composizioni, ben prodotte, che distruggono tutto e tutti, sia quando le velocità salgono vertiginosamente sia quando i Luciferian Rites decidono di rallentare risultando evocativi ed ancora più mortali.
Chi conosce la scena estrema sudamericana sa bene che la mancanza di compromessi è una sua caratteristica: il gruppo di Nuevo Laredo non fa certo eccezione e la sua proposta non accetta ammorbidimenti e nessuna concessione alla melodia e fa della blasfemia, sia sonora che lirica, il suo vessillo.
Di fronte ad una proposta di questo tipo mi trovo sempre in "difficoltà": da un lato è giusto sottolineare che "When the Light Dies" è un album già ascoltato decine e decine di volte, dall'altro va anche detto che i Luciferian Rites ci offrono brani di qualità che spazzano via il 90% di tutti quei pseudo artisti che si spacciano per portabandiera del vero black metal ma che, in realtà, sono falsi come una banconota da 3 €uro.
Sta dunque a voi decidere se fare un tuffo nel passato per ascoltare quelle nere dissonanze, quello scream isterico (di nuovo il buon Hat), quelle atmosfere sulfuree e dannate che hanno fatto la fortuna di una intera scena o, al contrario, se accontentarsi del ricordo e rivolgere le proprie attenzioni verso qualcosa di più "moderno".
Per quanto mi riguarda, io lodo la Moribund Records che ha scovato questo gioiellino di oscurità.

True Black Metal.


Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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