Il nuovo capitolo discografico dei finlandesi
Apocalyptica è pieno zeppo di novità, e corroborato da qualche solida certezza. In ordine rigorosamente sparso:
- la band ha assoldato un cantante stabile: è
Franky Perez, già visto alla chitarra negli
Scars on Broadway. Dotato di una voce molto versatile e sostanzialmente graffiante ma piena, Franky parteciperà a quasi tutte le songs di questo album. Il singer è stato presente con la band sin dalla pre-produzione, e quindi può essere considerato molto più di un session singer, dato il suo apporto concreto alla nascita delle nuove canzoni.
- Di conseguenza, il suono del nuovo "
Shadowmaker" gira molto più che in precedenza su forme strutturate e ben riconoscibili, su strofe e ritornelli per intenderci, laddove (ovviamente) ampio spazio è lasciato ai cellisti, per esprimere la loro quota artistica.
- L'album ha un artwork a dir poco accattivante e curatissimo, e per una volta urge un plauso alla label che, nell'impossibilità di mandarti il cd fisico, almeno allega a quello virtuale anche tutto l'artwork, così che tu possa godere, almeno a livello visivo, del pacchetto completo.
- La versione in nostro possesso è la
Deluxe Edition, che, come vedete nella tracklist qui accanto, presenta due brani in più, oltre ad una bella versione live del grande classico "
Hall of the Mountain King" di Edvard Grieg, eseguito qui insieme alla Avanti Orchestra.
In buona sostanza, "
Shadowmaker" è un album molto più bilanciato dei suoi predecessori, grazie sostanzialmente all'elemento vocale. Ciò non toglie che in più d'una occasione, la band prediliga invece soluzioni molto sinfoniche, rallentando di molto l'esperienza sonora e, a volte, rischiando di esagerare in lunghezza. Credo sia un giusto prezzo da pagare quando ci si accosta ad un combo formato sostanzialmente di strumentisti classici, che per quanto amanti del metallo inevitabilmente hanno un background ed una 'libreria mentale' tarata su altri parametri. Molto piacevoli brani come "
Cold Blood", "
Shadowmaker", la strumentale "
Riot Lights". Il mood dell'album, in generale, è molto cupo e depressoide, pur presentando qui e là stralci di luce in mezzo a questa nebbia gelida e umida, veicolata da violoncelli che, delle volte, suonano come scricchiolanti sartie di una nave alla deriva.
"Shadowmaker", in conclusione, è una corposa conferma del valore degli Apocalyptica, che da 'fenomeno da baraccone' hanno saputo dimostrare, album dopo album, di essere invece una band coesa, concreta ed assolutamente meritevole del successo faticosamente conquistato.
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