Qualora siate estimatori di Murderdolls, Wednesday 13, Marylin Manson e Rob Zombie, probabilmente troverete motivi d’interesse anche in questo “Born in rage” opera prima (autoprodotta) dei lombardi
Raging Dead.
Una
band senz'altro da seguire, per come dimostra di saper trattare con competenza e vocazione la materia
horror-osa, ma che dovrà verosimilmente, soprattutto in vista di una produzione su distanze maggiori, aumentare la versatilità espressiva delle sue composizioni, oggi leggermente troppo ripetitive e uniformi.
Non è sufficiente, infatti, infondere tanta degenerata energia e grinta nelle proprie canzoni se poi non si riesce a rendere distinguibile in maniera decisiva un pezzo dall'altro, sfruttando, in pratica, sempre la stessa struttura sonica.
Per questa ragione il mio suggerimento è di sforzarsi nel cercare di mantenere il vigoroso impatto
anthemico ostentato nel programma, aumentando al contempo la versatilità delle stesure, estendendo, per esempio, quanto realizzato nell'ottima “Nightstalker”, in cui suggestioni di sanguigno e accattivante
r’ n’ r’ stradaiolo (qualcosa tra Alice Cooper e gli Skid Row) conquistano immediatamente sensi e attenzione.
Come anticipato, un esordio tutto sommato positivo e degno di nota, per un gruppo che deve comunque crescere in personalità ed ecletticità.
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