Copertina 5

Info

Anno di uscita:2005
Durata:50 min.
Etichetta:Lion
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. DARK BEFORE THE DAWN
  2. THE DAY OF THE JUDGEMENT
  3. FEDERATION
  4. TREE OF KNOWLEDGE
  5. PRELUDE
  6. FUTURE WORLD
  7. CLOSE TO THE SUN
  8. TAKE ME IN YOUR ARMS
  9. STAND AND FIGHT
  10. I REALLY, REALLY DON'T CARE
  11. COMPUTER HEART (BONUS TRACK)

Line up

  • Vitalij Kuprij: keyboards
  • John West: vocals
  • Mike Terrana: drums
  • Roger Staffelbach: guitars

Voto medio utenti

Cosa non farebbe l'ucraino più famoso al mondo dopo Shevshenko (Vitalij Kuprij) pur di continuare a tenere in vita la sua "creatura", giunta al traguardo della settima release? Con un John West sempre più a mezzo servizio e la defezione di Kevin Chow al basso (rimpiazzato dal Testament Steve Di Giorgio), ecco l'ennesimo prodotto che poco aggiunge e molto toglie rispetto ai precedenti lavori: la formula del melodic-neoclassic-prog che ha funzionato meglio in "Phoenix rising" e "Into the eye of the storm" avrebbe bisogno di un forte rinnovamento, e invece ecco ancora le tastiere di Kuprij scorrazzare indisturbate seguendo un po' la dittatura di Malmsteen nei Rising Force, come se non bastasse ci aggiunge anche due strumentali al pianoforte ("Prelude" di J.S.Bach e "I really, really don't care"), anche il cantato di West è in sottotono rispetto al suo standard abituale, mentre la sezione ritmica risulta potenziata dal ritorno del "prezzemolino" Mike Terrana. I primi due brani sono in stile "bombastic neoclassic speed", mentre "Federation" nel potente refrain ricorda molto i Symphony X, "Future world" è melodic rock/AOR con un refrain banalissimo ("Into the fire, down to the wire, pain and desire), due le ballads, "Tree of knowledge" (con lungo intro al piano di Kuprij e sfuriata centrale di tastiere) e l'inutile "Take me in your arms" (salvata dal solo di Staffelbach, ma dove sono finiti gli Artension di "Goin'home"?), c'è giusto il tempo per risvegliare gli animi nel finale con "Stand and fight", mentre la versione giapponese contiene la solita bonus track ("Computer heart", hard rock melodico). Una grossa delusione per chi aveva ben gradito i primi lavori di questa band ormai ridotta alla totale dipendenza da un personaggio egocentrico che farebbe meglio a dedicarsi ai soli progetti strumentali senza dover ancora tirare in ballo il nome Artension, riguardo a John West sarebbe meglio che decidesse da che parte stare: dopo il grandioso "The mission", i Royal Hunt sono incappati nel flop "Eyewitness" e ora non posso più permettersi di sbagliare.
Recensione a cura di Carlo Viano
concordo

disco osceno.

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