Copertina 9,5

Info

Past
Anno di uscita:1996
Durata:77 min.
Etichetta:Zoo Records

Tracklist

  1. STINKFIST
  2. EULOGY
  3. H.
  4. USEFUL IDIOT
  5. FORTY SIX & 2
  6. MESSAGE TO HARRY MANBACK
  7. HOOKER WITH A PENIS
  8. INTERMISSION
  9. JIMMY
  10. DIE EIER VON SATAN
  11. PUSHIT
  12. CESARO SUMMABILITY
  13. ÆNEMA
  14. (-) IONS
  15. THIRD EYE

Line up

  • Maynard James Keenan: vocals
  • Adam Jones: guitars
  • Justin Chancellor: bass
  • Danny Carey: drums

Voto medio utenti

Seguaci dei Tool, scrutatori della coscienza, ricercatori del vero, voi che avete cura di non buttare del fango sul vostro terzo occhio (cit.), state bene a sentire poiché, forse, è proprio grazie a quest'album che oggi siete cosi affezionati ai Tool e ai loro concetti che credo vadano oltre la musica.

Era il 1996 per l'esattezza il primo Ottobre 1996 e i Tool dopo quasi 3 anni da "Undertow" pubblicano il loro secondo album in studio, "Ænima"(la versione vinile era uscita il 17 settembre '96). L'album in questione pubblicato dalla Volcano Records e prodotto da Dave Bottril (produttore anche di King Crimson e Dream Theater) è destinato a diventare uno dei cult, un capolavoro degli anni '90 e non solo, anche uno dei primi album che consacra i Tool e che avrebbe segnato per sempre il modo di fare musica della band. Se, infatti, con il primo album "Undertow" e l'EP "Opiate" i Tool si erano "accontentati" di fare dell'ottima musica potente e aggressiva sfidando già le censure, con “Ænima” decidono di andare oltre, sfidando tutti i moralismi, tutte le coscienze, tutti i limiti imposti dalla società e dall'animo umano.
Ciò che lo rende spettacolare è la ricchezza di citazioni, di significati e di campionature "particolari". Già dal titolo, che è tutto un programma, preso dallo psicologo Carl Gustav Jung e che è la combinazione di due parole in latino: ANIMA, anima, ed ENIMA, clistere, cioè "il clistere dell'anima", questo per indicare la catarsi e la purificazione dell'anima.

L'album come già detto in precedenza affronta tematiche particolari e tutte le tracce non assumono dei significati specifici ma prolificano di messaggi nascosti, un segno che da “Ænima” in poi sarebbe diventato distintivo della band. Il gruppo composto da Maynard James Keenan, Adam Jones e Danny Carey vede l'entrata di un nuovo bassista, Justin Chancellor dei Peach, per via dell'abbandono da parte di Paul D'Amour per incomprensioni artistiche, (anche se comunque D'Amour lo si può sentire suonare in “Stinkfist”, “Ænima” e “Pushit”).
Lo stile dei Tool è qualcosa di sperimentale e psichedelico, viene definito art rock per via delle somiglianze con King Crimson e Pink Floyd anche se è un progressive esageratamente molto più metal.
Il disco ha un buon impatto sull'ascoltatore, iniziando subito con tre grandi classici tooliani: “Stinkfist”, potente e aggressiva anche nei contenuti (il titolo tradotto è "penetrazione anale"), in realtà è un gioco di parole dove l'ascoltatore assume la parte passiva e la band la parte attiva, tutto ciò per farci capire di concederci alla loro musica, che in “Ænima” stava cambiando, per farla entrare direttamente dentro di noi (un po’ esagerato ma non sarebbero i Tool sennò!!!), procedendo poi con “Eulogy” ed “H.”, altre tracce che ti trascinano nella morsa dei Tool. Con “H.” che tra l'altro è stata molto discussa per il suo testo, Maynard però ha dichiarato durante un esibizione in Philadelphia che è una canzone dedicata al figlio (Devo H.) dove il padre chiede al figlio di non seguire i pareri esterni ma di affrontare nella sua vita i propri angeli e i propri demoni da solo, perché chi ci sta accanto tende ad aiutarci solo superficialmente. L'album continua poi con “Useful Idiot” (primo intermezzo musicale: in “Ænima” ci sono circa 4 intermezzi tra le tracce), “Forty Six and Two”, altro capolavoro tooliano che parla di uno studio scientifico realmente esistito secondo cui con l'aggiunta di 2 cromosomi in più ai 46 cromosomi che ogni essere umano ha, si potrebbe arrivare all'uomo perfetto, passando poi al messaggio vocale di Harry Manback (nella registrazione si possono sentire diversi insulti in lingua italiana), “Hooker With a Penis” e quella “Jimmy” che durante alcuni concerti Mr. Keenan ha dichiarato essere la continuazione di “Prison Sex” da "Undertow", infatti, la traccia spiega come si può sentire un uomo dopo un abuso sessuale ed è preceduta da “Intermission” che è un riadattamento con l'organo del riff iniziale di “Jimmy”. Segue la controversa “Die Eier Von Satan” cantata da Marko Fox degli Zaum in stile Nehue Deutsche Harte, “Pushit” dove si gioca con il gioco di parole push/shit, questa canzone è una specie di ossimoro, infatti, il cantante chiede ripetutamente di essere colpito, sapendo a cosa va incontro per questo push (premi, strattonami, spara) e shit (merda).
L'album si chiude con due altre tracce distintive della band, “Ænima” che da nome all'album e “Third Eye”, tutte e 2 le tracce prendono ispirazione da Bill Hicks, comico americano morto due anni prima della pubblicazione dell'album, ma i Tool hanno sempre trovato ispirazione nelle parole di Bill Hicks tanto che l'intero album è dedicato a lui (dietro la copertina si trova infatti il disegno di Bill con la frase "another dead hero": un altro eroe morto). Le due tracce rappresentano distintamente Bill Hicks, la prima “Ænima” richiama l'apocalisse che secondo il comico sarebbe iniziato con lo sprofondamento della spiaggia dell'Arizona e nell'ultima “Third Eye” si può sentire parlare Bill Hicks, poiché la traccia è composta da campionature dei suoi sketch comici, uno su tutti quello delle droghe che secondo il comico avrebbero aiutato a tener pulito il terzo occhio, che per chi ancora non l'avesse capito è nel complesso l'obbiettivo principale su cui è strutturato l'album, cioè contribuire ad aprire il terzo occhio per iniziare un "percorso".
L'album a mio parere merita un 9,5 su 10: è vero non è il lavoro più complicato che hanno fatto i Tool ma sono convinto che “Aenima” sia stato la base il trampolino di lancio che ha permesso di far sperimentare sempre di più questa band, basata proprio sulla sperimentazione e di aver creato un movimento di seguaci, fedeli tutt'ora alla band e che hanno, permettetemi di dirlo, un qualcosa in più degli altri... un terzo occhio in mezzo alla fronte.

A cura di Zampino Alessandro

Recensione a cura di Ghost Writer

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 08 apr 2016 alle 07:38

Io sapevo (ma potrei sbagliare) che "MESSAGE TO HARRY MANBACK" era dedicata ad un tale che si era spacciato per un amico di un amico di un amico della band, che si era intrufolato a casa di Maynard e che gli aveva svuotato il frigo e fatto dozzine di telefonate (e successiva bolletta telefonica esosa) che era stato cacciato via in malo modo, e che "DIE EIER VON SATAN" dietro tutti quei suoni industrial e quella voce declamante (che molti associavano addirittura ad Hitler) altro non è che la ricetta e il modo per cuocere un dessert (The Balls (Eggs) of Satan), difatti se non erro il titolo significa "L'UOVO DI SATANA" e nel brano si ripete spesso "Und kine Eier" che significa "Non aggiungete uova" (o una cosa del genere). So' strani 'sti tOOl...

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