Dopo ben cinque anni di assenza, un cambio di label "importante" (dalla autorevole
Metal Blade alla piccola ma validissima
Trollzorn), uno stravolgimento della lineup da tre a due elementi, col solo
Fjalar tuttofare rimasto della partita, ecco tornare sulle scene gli svedesi
Istapp, duo dedito ad un black metal melodico ma incessante, provenienti dalla landa del Blekinge, a cui sono talmente devoti da chiamarci il primo disco (appunto, quello su Metal Blade), incentrarci gran parte dei testi ed addirittura di riferirsi alla loro musica come "blekinge metal", musica in cui viene celebrato il freddo, il gelo artico, il disprezzo per la luce, per il sole, per il tepore primaverile, il tutto condito da dichiarazioni folkloristiche in cui promettono morte per chi oserà ostacolare il loro cammino ed il loro credo, il tutto visibile in una delle più risibili e divertenti interviste che abbia mai realizzato in vita mia e che vi invito a leggere proprio su queste pagine.
La proposta musicale degli Istapp non si muove di un centimetro, si parla sempre di un black metal in verità piuttosto variegato, melodico quanto basta, con sempiterne declinazioni classiche in termini chitarristici quando si parla di melodie, quindi
In Flames della prima ora, quindi ancora di rimbalzo
Helloween ed
Iron Maiden, con sporadici inserimenti thrash metal vecchio stile ed una buona alternanza per tempi velocissimi e sparati ("
Skoll" ne è un perfetto esempio, oltre ad essere una delle migliori composizioni del disco) ed altri mid-tempos più austeri e cadenzati in cui si inseriscono a perfezione severi cori gregoriani, sempre declamanti quanto è figo stare al freddo al buio al gelo ecc ecc, ed in questo caso la titletrack è effettivamente un bel brano, riuscito ed emozionante, al pari di "
Primum Frigidum" che presenta un testo (rigorosamente in svedese eh!) che ci fa impazzire:
"Cold , colder , coldest
Absolute zero
The wait is over
Now it's here"
THE MAIN COLD, PRIMUM FRIGIDUM"il tutto declamato con una epica stentoreità che farà impazzire gli amanti come il sottoscritto di quella frangia più battagliera del viking metal.
Mi perdoneranno gli
Istapp, ma con tutte queste premesse far uscire il disco ad inizio Agosto, peraltro uno degli Agosto più torridi degli ultimi 100 anni, quando le temperature sfioravano i 40 gradi, c'era la morìa dei pesci per quanto era caldo il mare e tutto il resto, sinceramente non la troviamo una mossa azzeccatissima, non foss'altro che il sottoscritto d'estate non vuol sentir parlare di lavoro e la recensione di questo bel dischetto è giocoforza slittata a settembre, peraltro con un caldo fuori dal normale.
In ogni caso gli Istapp si riconfermano alfieri dell'icy blekinge metal più vero ed incontaminato ed una band che celebra il freddo non potrà che trovare nel Graz uno dei più fieri ed acerrimi sostenitori: probabilmente il debutto era un filino più fresco ed entusiasmante ma anche questo "
Frostbiten" sa il fatto suo: se ci fossero stati ancor più inserimenti di cori austeri e declamanti sarebbe stato ancor più entusiasmante, ma sono già ampiamente promossi in questo modo.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?