Scoprii gli
Alban Fùam in maniera inaspettata, in un luogo che aborro, in una manifestazione tanto inutile quanto bifolca: la sagra di paese. Eppure quando arrivò a casa il programma dell'ascetica festicciola, leggendo Folk Irlandese, mi intenerii e diedi una possibilità ad una band che, a posteriori, non si può non affermare che meriti il successo che sta riscuotendo nell'effimera terra italica.
Il gruppo, che già dal nome evoca gli antichi e fieri fasti d'Irlanda (
Alban Fùam, dal gaelico "festa di luce e di suono), ha un curriculum di tutto rispetto, avendo anche collaborato con artisti del calibro di
Frankie Gavin, leader dei De Dannan, noto flautista e violinista irlandese, ed essendosi pure impadroniti del palco del Teatro Romano di Verona (insieme all'Arena luogo mediamente inaccessibile per band in via di affermazione come loro). Oltre a concerti e collaborazioni, i ragazzi hanno un'alta formazione musicale, persino in terra irlandese presso la "Joe Mooney Summer School" di Drumshanbo, peculiarità che li differenzia da altre sordide imitazioni di un folk pregiato come quello proveniente dalla nobile Irlanda. Altra caratteristica che distingue gli
Alban Fùam è la voce di
Piero Facci, calda e avvolgente, che si inserisce appieno nella tradizione vocale del genere e che è in grado di incantare l'ascoltatore dall'inizio alla fine.
"Whiskey 'n Beer" arriva dopo anni di gavetta, nonostante i componenti del gruppo siano giovanissimi, e probabilmente al momento giusto per tentare il salto nel mercato internazionale. Il lavoro degli Alban Fùam consta nella rilettura di alcuni classici del folk irlandese (basta scorrere la tracklist per notare quanto almeno un paio di canzoni le conoscano tutti), in maniera sapiente e mai esagerata, aggiungendo anche pezzi classici che appartengono alla storia del cinema (
"The Last of the Mohicans") e ad una rilettura di
"The Great Song of the Indifference" di Bob Geldof.
Non voglio svelare troppo riguardo al contenuto dell'album, in quanto non vorrei togliere il gusto agli interessati di lasciarsi rapire dalla performance degli
Alban Fùam. Termino questa recensione con un augurio...Spero che i ragazzi riescano ad eguagliare e superare ciò che un gruppo assai più maturo (in termini di età almeno) sta facendo in Germania; sto parlando dei
Santiano e del loro folk misto teutonico/irlandese, band che da noi probabilmente non sarebbe nemmeno considerata, ma che oltralpe riempie stadi e suona puntualmente, ogni anno, al Wacken Open Air (questo per farvi capire che questo genere non sia poi così distante dai nostri ascolti abituali, gusti permettendo). Alla prossima!
PS: Vi lascio appositamente con un pezzo che non è incluso nell'album, ma che molti di voi conosceranno.
Game Of Thrones Soundtrack (Cover)
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