Da amante sfegatato del progressive metal, sono la persona più sbagliata a parlarvi degli
Abnormal Thought Patterns, perché essi, come tante altre bands di settore, sono per me
il male. Prendere un genere così delicatamente complesso come il prog-metal, spogliarlo (quasi) della sua componente vocale, dei testi, ed estremizzarlo in quello che, giustamente, gli stessi ATP chiamano "
mathematical instrumental metal". Sapete di cosa sto parlando, vi basta guardare le guest su questo album: Zero Hour, Nevermore, Between the Buried and Me, ecc. ecc.
In questo caso però, come in altri molto simili, è il fattore NOIA a prendere il sopravvento. Per quanto io possa amare la tecnica esecutiva e la perizia agli strumenti, un album, una canzone, devono trasmettermi qualcosa, avere di base una MELODIA che le conduca, se no diventa esercizio, ammirevole e sbalorditivo quanto vuoi, ma fine a se stesso. Mi pare di veder guidare Raikkonen: bravo eh, tecnicamente preparatissimo, però che due cogl*oni di persona che devi essere, Kimi! E fattela na risata!!!
Questo, cari amici lettori del portale della Gloria, suscita in me "
Altered States of Consciousness". Un album che non riesco ad ascoltare a più di due tracce per volta, senza fare una piccola pausa. Un album prodotto (e te pareva) in maniera chirurgica, e altrettanto chirurgicamente suonato e scritto. Non c'è nulla, assolutamente nulla da obiettare ai fratelli Tipton e soci (a parte forse la seguente: che senso ha sbandierarsi per un trio, anche nelle comunicazioni ufficiali, e poi mandare foto promozionali in quattro??? Tutte??? Bah!), ovviamente il math metal è un genere che necessita di orecchie allenate, e se le vostre lo sono, "Altered States of Consciousness" avrà di che saziarvi. Io, preferisco vivere.
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