La MTM rimette sul mercato dopo una quindicina d'anni questo lavoro solista di Peo Pettersson, polistrumentista e produttore di successo, nonchè fondatore degli Axia, band della quale la stessa etichetta ha ristampato lo scorso anno il disco di debutto. "Look what I've started" è stato suonato quasi interamente da Pettersonn con l'aiuto del musicista australiano Rod West, che gli ha fornito anche un aiuto fondamentale in sede di songwriting. Mancando completamente delle note di copertina, non sono in grado di dire nulla di più sugli altri guests coinvolti nel progetto, e nemmeno nulla su un'eventuale rimasterizzazione di questo lavoro, che deve comunque essere avvenuta, a giudicare dal suono straordinariamente pulito che esce dai solchi del cd.
Per quanto riguarda la direzione musicale c'è poco da dire: "Look what I've started" è un pregevole album di rock melodico di scuola europea, in piena linea con quanto la MTM ci ha abituato nel corso degli anni. Nonostante la provenienza geografica di Peo, le songs guardano solo in minima parte agli Europe, preferendo un suono meno pomposo e più diretto, dove spesso la chitarra acustica è in primo piano nel sostenere le ritmiche sulle quali la voce di Pettersson si staglia pulita ed espressiva, specie nei brani più romantici ed ariosi come "Doesn't matter", "Two strong arms", "Don't you ever leave me now" o "Can't bring me down". Altrove ci si muove invece su lidi molto più vicini all'hard rock, e le melodie diventano molto più graffianti e "americane": accade ad esempio in "Day and night" (dal sapore vagamente Aerosmith), "Two Wheels of fire" o "Looking for love", che parte come un brano aor ma arriva anche a strizzare l'occhio agli Ac/Dc. Bellissima anche "Good soul companion", che ricorda invece molto il rock d'autore del miglior Bruce Springsteen. Una buona release nel complesso, che farà certamente la felicità di tutti gli amanti di queste sonorità, una buona occasione per riscoprire un lavoro che non so quanti (almeno in Italia) abbiano ascoltato ai suoi tempi. Impreziosisce il tutto la presenza di ben cinque canzoni non presenti nella prima versione, che nulla aggiungono o tolgono a quanto già ascoltato, ma danno senza dubbio un motivo di interesse a chi possedesse già l'edizione del 1990.
A questo punto speriamo solo che Peo Pettersson ci delizi presto con del materiale nuovo...
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