Che cavolo ci fanno gli Adema su Earache Records?!? È stata questa la prima cosa che mi è venuta in mente quando ho avuto tra le mani il nuovo disco della band californiana. Ho anche pensato che fosse una band omonima, ma purtroppo la cover, con i quattro musicisti in primo piano, non lasciava adito a dubbi. È strano trovare una band nu metal sulla Earache, ma ormai non c’è più religione.
Per chi non lo sapesse, gli Adema, sono la ex-band del fratellino di Jonathan Davis dei Korn, Marky Chavez, il quale, dopo due dischi con la band, e soprattutto dopo il flop dell’ultimo “Unstable” (grazie al quale la Arista li ha mollati), ha deciso bene di mollare la barca, prontamente sostituito dal bravo Luke Caraccioli.
Il sound è modern rock/metal, prodotto dannatamente bene, in maniera pulita e potente, con una continua alternanza tra parti dure, grazie alle chitarre sature, e parti melodiche, le quali talvolta si avvantaggiano di momenti acustici.
La miscela è piacevole e a favore della band gioca il fatto che non cercano di strafare, puntando all’essenziale e con un’attitudine rockeggiante nella struttura delle songs. Da questo punto di vista “Planets” talvolta è molto più vicino al post-grunge che non al nu metal in senso stretto.
La band da il meglio di se all’inizio e alla fine del disco, laddove nella prima parte è emozionale, con “Shoot The Arrow” e “Barricades In Time”, e nella seconda è più rock-oriented, con “Vikraphones” e “Wide Eyes Open” che hanno un bel tiro.
In definitiva un disco discreto, piacevole all’ascolto, per quelli di voi che non si tappano il naso appena sentono puzza di nu metal.
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