Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2015
Durata:39 min.
Etichetta:Trollzorn Records

Tracklist

  1. ARRIVAL OF THE TUATHA
  2. THE MIGHTY SRENG
  3. KING EOCHAID'S FALL
  4. BRES
  5. NUADA OF THE SILVER ARM
  6. THE GATHERING AT TEAMHAIR
  7. SECOND BATTLE OF MAGH TUIREADH
  8. NUADA'S BURIAL
  9. UAITHNE: THE DAGDA'S HARP

Line up

  • Stephen Roche: vocals, irish whistle, bodhran
  • David Quinn: guitar
  • Fionn Stafford: guitar, irish whistle
  • Oliver Deegan: bass
  • Anais Chareyre: drums, bodhran

Voto medio utenti

Dopo il debutto nel 2012 con l'album autoprodotto “Nine Waves from the Shore”, il quintetto dublinese dei Celtachor ritorna con il suo secondo album, “Nuada of the Silver Arm”, in uscita per la Trollzorn Records e ispirato alla leggenda di Nuada, dio celtico della guerra e del mare e re dei Tuatha Dé Danann.

La proposta musicale dei Celtachor è un black metal stemperato da elementi folk, duro, tagliente, dal forte impatto emotivo e dal respiro epico. Notevole anche la ferocissima prova vocale di Stephen Roche, estremamente duttile e sempre ben modellata sul contesto lirico dei brani: si prenda come esempio “Second Battle of Magh Tuireadh”, in cui Roche riesce a trasmettere grande concitazione e disperazione, un'angoscia che pesa come un gigantesco macigno sul petto dell'ascoltatore.
Di folk in questo album se ne sente poco e quel poco che c'è sembra quasi messo lì a caso, qualche secondo di chitarra acustica e whistle solo per giustificare l'orientamento musicale della band; un vero peccato: sarebbe bastata un po' di attenzione in più per tirare fuori un album gioiello, e la prova sta nei (brevissimi) pezzi strumentali, probabilmente la parte migliore dell'album: “The Gathering at Teamhair”, un minuto e venti di eroismo da film storico, e “Nuada's Burial”, che ci riporta alla mente il sound dei Primordial, importante punto di riferimento per i Celtachor.
È d'obbligo spendere qualche buona parola sulla costruzione del concept: la figura del re dal braccio d'argento è una delle più popolari e amate della mitologia celtica, e la sua storia viene ripercorsa con cura passo dopo passo, dall'ascesa alla caduta; da ciò si evince la venerazione che questi cinque hanno per il loro background culturale.

“Nuada of the Silver Arm” è un album discreto ma ancora poco personale e con qualche difetto di costruzione; ci auguriamo che in futuro i Celtachor sfruttino il loro grandissimo potenziale e si costruiscano un'identità musicale solida come si conviene a chi vuol essere cantore della propria mitologia nazionale.
Recensione a cura di Alessandra Mazzarella

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