Prendete quattro brutti ceffi, e quando dico brutti intendo proprio brutti, trucidi e pure cattivi, rivestiteli di un’attitudine genuinamente ignorante e grezza fino al midollo, fategli ascoltare le vecchie cose di Sepultura e Kreator, e, signori e signori, ecco a voi gli svizzeri Annulation.
Parliamoci chiaro sin da subito, qui non troverete nulla che sia nuovo, troverete solo gli aspetti più fascinosi e deteriori degli anni ’80, quindi un vocalist sgraziato, una manciata di canzoni dalla ritmica potente e con un riffing dal fraseggio granitico, qualche assolo tipicamente eigthies, lyrics elementari e puerili, e tanta, ma proprio tanta, “ignoranza”.
Il risultato mi convince e mi affascina allo stesso tempo, perché la sensazione che si ha è che questi Annulation siano spontanei e non stiano attuando nessuna forma di tributo a chicchessia, in poche parole ci sono, non ci fanno.
Ed è facile dedurlo da songs come “Soul Get Out” dove spunta fuori un berimbau, notorio strumento tribale brasiliano, per una song che sembra sputata fuori direttamente da “Chaos A.D.” o da “Roots”, fatte le debite proporzioni. Il risultato è un po’ come se i brasiliani si mettessero a cantare i cori jodel nelle loro canzoni. Pensate che come bonus track la band offre una versione dal vivo, potentissima e grezzissima, di “Roots Bloody Roots”, se ancora non fossero chiare le “radici” della band.
Oggettivamente questo disco non andrebbe consigliato a nessuno, ma io vi ho trovato più di un motivo di gradimento, il che ha evitato alla band un 3 o un 4. Quando si ha tra le mani un tal monumento al grezzume e all’ignoranza musicale, è un peccato lasciarselo scappare. Quindi se amate le sonorità sopra descritte, questo “Human Cretures” sarà un bel tuffo nel passato.
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