Un'opener come "Back to Life" mette subito in evidenza il bel tiro di questa formazione greca, che unisce alla ricetta altri importanti ingredienti quali un pulsante tocco melodico e la voce calda e potente di Dimitris Giannakopoulos.
I
Sunlight esordiscono un po' in ritardo rispetto alla media attuale, quando si arriva al debut album un po' troppo velocemente, e hanno alle spalle un solo EP, "Rockin' All Around", uscito ne 2011 e dal quale recuperano tutti e tre i brani che vi avevano trovato riparo. Un repertorio piuttosto rodato quindi, e lo confermano l'anthemica "Follow Your Heart", la ballad strappalacrime (ma anche qualche sbadiglio...) "When I See You" e l'Hard powereggiante di "Rockin' All Around".
Se "My Own Truth" si rivela un po' leziosa, per quanto in grado di bilanciare melodia e energia, "Eastern Train" palesa maggior coraggio: un inaspettato Hard & Blues dove la chitarra di Makis Kaponis si esalta fino a sfidare i tasti d'avorio di Panos Anastopoulos. Un "Earthquake" settantiano scuote poi l'album che subito dopo si assesta con la già citata "Rockin' All Around" e una galoppante "Struggle for Deliverance", che scorre via senza suscitare chissà quali emozioni perdendosi pure in qualche
"ohohoho" di troppo.
L'album si chiude all'insegna dell'esplosione melodica, con tanto di pianoforte e violino, di "Lonely Man's Song".
I Sunlight nell'occasione azzeccano diverse cose, le canzoni (che si colllocano da qualche parte tra Whitesnake, Rainbow, Europe, Pink Cream 69...), il sound e l'attitudine, perciò sorvolando sulla banalità del loro monicker al massimo si possono rimproverare per un eccesso di ballad ed un cover artwork anonimo e già fin troppo sfruttato, per quanto si tratti pur sempre solo di peccati veniali.
You want it all, but you can't
read it
It's in your face, but you can't
read it
What is it? It's it
What is it? ... it's the
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