Nelle intenzioni i
Powerwolf avrebbero dovuto portare l'Heavy Metal a nuovi orizzonti, un risultato che sembrava garantito dall'ingresso nella formazione tedesca (guidata e votata alla causa dai
fratelli Matthew e Charles Greywolf) del cantate Attila Dorn, talentoso vocalist proveniente da Bucarest e con alle spalle una preparazione classica. In realtà ci troviamo di fronte ad un onesto debutto, che si divide equamente momenti più brillanti a qualche caduta di tono.
Sicuramente meglio il piglio dell'opener (solo a me viene in mente un mix di Metallica e Mercyful Fate?) "Mr. Sinister", della banalità della successiva "We Came To Take Your Souls". Certo le ingenuità abbondano anche su "Kiss Of The Cobra King" (ad ogni modo accattivante, soprattutto quando spolvera soluzioni tipiche dell'Hard Rock) e "Demons & Diamonds" che invece accentua il feeling settantiano e la componente più drammatica del gruppo, che trova riscontro nelle liriche dell'album, incentrate su storie di vampiri e lupi mannari. Peccato che il tutto venga rovinato da quei coretti scontati che contrassegnano il finale della canzone. La situazione migliora sicuramente con "Montecore", un bel mid-tempo massiccio che si riallaccia all'opener, peccato che anche qui i Powerwolf finiscano con l'inserire un superfluo (ma la Metal Blade glielo ha messo sul contratto?!?) coro a base di "Oh Oh Oh...". L'inizio sulfureo ed i toni doomeggianti di "The Evil Made Me Do It" fanno sperare che per l'occasione i Powerwolf facciano un'eccezione alla "regola", purtroppo non è cosi. Rieccoci (magari i cori li ha nel contratto Fredrik Nordström, che ha curato la produzione!).
"Lucifer In Starlight" riprende dall'incedere sabbattiano del brano precedente, ben sottolineato dalle tastiere di Falk Maria Schlegel ed anche ottimamente interpretato da Attila, autore comunque di una discreta prestazione per l'intero arco dell'album. Gli studi classici di Attila si fanno sentire soprattutto su "Son Of The Morning Star", segnata inizialmente da un tetro pianoforte e dal duetto del cantante rumeno con una voce femminile ed in seconda battuta da una parte narrata su passaggi marziali, che chiude la canzone ed anche il disco.
Un album penalizzato, più che altro, da alcune scelte stilistiche che sanno di forzato e non del tutto condivisibili.
Insomma, un lupo mannaro dalla zanne spuntate!
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