Klimt 1918, un nome che sta rapidamente diventando una garanzia di buona musica in giro per tutta la nostra amata penisola. Proprio sulle note dell'inno italiano si apre "Dopoguerra", secondo full lenght album con l'ingrato compito di surclassare quel "Undressed Momento" che aveva fatto gridare al miracolo più di un critico musicale. I Klimt 1918 non deludono né il pubblico né la nuova etichetta, la blasonata Prophecy, indovinando pienamente l'apertura del disco con "They Were Wed By The Sea" e "Snow Of The '85", due brani in grado di bilanciare con perizia le accattivanti melodie esaltate dalla performance vocale del cantante e chitarrista Marco Soellner, quasi un Robert Smith capitolino, e le dinamiche ritmiche supportate dall'eccellente drumming del fratello Paolo Soellner. In un certo senso la band si lascia alle spalle le sperimentazione che avevano contraddistinto i momenti più riusciti dell'album di debutto, "We Don't Need No Music" sopra tutti, per puntare ad un rock/metal più di sostanza. Quanto appena notato viene confermato da "Rachel" e "Nightdriver", due fra i momenti più intensi dell'intero "Dopoguerra", brani capaci di trascinare l'ascoltatore senza soluzione di continuità da un bianco e nero di Rosselliniana memoria ad atmosfere più moderne; sugli scudi la performance del bravo Davide Pesola, bassista mai invadente eppure indispensabile ai fini della caratterizzazione del sound. "Because Of You, Tonight", mostra il lato meno oscuro della formazione, rivelando nelle ariose armonizzazioni vocali influenze come Pink Floyd e Yes, mentre l'intensa suite composta da "Dopoguerra" e "La Tregua" afferma, se ce ne fosse ancora bisogno, la forte identità di una band che al secondo disco può già vantare uno stile ben definito e destinato a far proseliti. Come già notato in sede di studio report, i brani più aggressivi del lotto vengono riservati alla parte finale del disco. "Lomo" e "Sleepwlak In Rome" si presentano come la perfetta unione fra il passato ed il presente dei Klimt 1918, riuscendo a far coesistere atmosfere intime e soluzioni ritmiche prettamente "metal" senza alcuna apparente difficoltà. Rifuggite l'ovvio paragone con realtà come Novembre, Opeth, Katatonia e quant'altro, con "Dopoguerra" i Klimt hanno ampiamente dimostrato di saper camminare con le proprie gambe, e di avere di fronte un futuro luminoso. Da notare che l'edizione limitata conterrà un bonus cd composto da otto brani acustici, in modo da puntare i riflettori su un altro degli interessanti lati del sound "made in Klimt 1918".