Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2015
Durata:49 min.
Etichetta:Despotz Records

Tracklist

  1. BOW TO THE REAPER'S BLADE
  2. FORLORN
  3. WHERE IGNORANCE REIGNS
  4. REMAIN
  5. BLACK FIRE RISING
  6. DAY OF RECKONING
  7. THE SHADOWS PLAY
  8. DARKNESS PREVAIL
  9. FEAR SUBSIDE
  10. DREAM OF MEMORIES
  11. THE WORLD IS GROWING OLD
  12. YOUR OWN DEMISE

Line up

  • Christer 'Krunt' Andersson: guitar
  • Ronny Hemlin: vocals
  • Kenneth Jonsson: guitar
  • Tommi Karppanen: bass
  • Peter Morén: drums

Voto medio utenti

Quasi come per ribadire che "Revenant" non era stato solo un fuoco di paglia, i Tad Morose, a nemmeno due anni di distanza e presentandosi all'appello compatti e senza alcuna variazione nella line-up, rilasciano il nuovo "St. Demonius". Una bella prova di forza, anche sul piano musicale, che riprende il discorso là dove si era -momentaneamente - interrotto sulle note conclusive di "Gypsy".
E gli svedesi si rifanno subito sotto con "Bow to the Reapers Blade" e alle prese di quel Metal moderno e affilato che affonda le proprie radici nello US Power & Speed. E, infatti, eccoli poi proporsi con un brano come "Remain" dove sembrano cercare la giusto combinazione tra gli Angel Dust (ma potrebbero pure essere i Brainstorm o i Mystic Prophecy) ed i Jag Panzer di "Mechanized Warfare", peraltro riuscendoci più che discretamente. E lo stesso accade quando li scopriamo riavvicinarsi a territori già battuti dai Nevermore, come nel caso di "Day of Reckoning" o "Dream of Memories", per quanto il guitarwork di Christer 'Krunt' Andersson e Kenneth Jonsson non sia mai caustico quanto quello di Jeff Loomis e Tim Calvert.
Bella conferma anche per l'ex Steel Attack Ronny Hemlin, qui alle prese con una delle sue prove migliori: ugola affilata, buona estensione e in grado di garantire il giusto pathos quando necessario. Quel feeling che è ben espresso sulla tetra e sinuosa "The World Is Growing Old"
La sola "The Shadows Play" non è particolarmente ben riuscita, risultando insipida e involuta nel suo tentativo di mettere troppa carne al fuoco, ma resta l'unica pecora nera del disco, subito riscattata da quella "Darkness Prevail" che assieme alla già citata opener e alle mazzate di "Black Fire Rising" si piazza sull'ipotetico podio di questo album.

"St. Demonius" è un lavoro che non si discosta molto dal suo predecessore, un sound decisamente Heavy, ma talvolta ancora fin troppo monolitico e massiccio, tanto che un po' di fantasia e qualche variazioni in più non avrebbero sicuramente fatto male. Nondimeno dobbiamo riconoscere che i Tad Morose sono tornati più solidi e decisi che mai.




You want it all, but you can't read it
It's in your face, but you can't read it
What is it? It's it
What is it? ... it's the review
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 09 set 2015 alle 13:14

...Il nuovo singer spacca di brutto. sì, le palle!! perdonami Polimar ma questo cantante non lo digerisco per + di 3 canzoni consecutive...canta sempre allo stesso modo! sembra sempre la stessa canzone su ogni traccia...certo la potenza non si discute... musicalmente il disco mi è piaciuto molto,ma...rimpiango molto Urban Breed, ma mi accontenterei anche del buon "Krille", entrambi molto più espressivi! 7

Inserito il 09 set 2015 alle 10:45

Gran disco, il voto è giusto, ma in 3/4 brani mi hanno ricordato da vicino il capolavoro A Mended Rhyme, sono sulla strada giusta. Il nuovo singer spacca di brutto.

Inserito il 09 set 2015 alle 02:32

Azzeccatissimo il paragone con Angel Dust e Brainstorm (soprattutto questi ultimi). Faccio sempre fatica a scinderli dal passato, oggi sono un buon gruppo ma con un po' di "magia" in meno. 'Sto emulo di Ripper è sempre davvero potentissimo \m/

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