Mi piacciono i gruppi della Tee Pee: pur essendo per la maggioranza retro-rock bands, mostrano sempre quel pizzico di freschezza, di entusiasmo giovanile, che le allontana dal puro revivalismo musicale.
E’ il caso dei texani
Fogg, un trio hard psichedelico che nella frenesia impetuosa del riffage ricorda i Nebula o gli Atomic Bitchwax e nelle vocals pigre e cantilenanti i seminali Dead Meadow. Pezzi turbinosi e ad alto tasso lisergico (“You are welcome, Mountain, Grass in mind”) si alternano a momenti acustici e quasi cantautorali (“The garden, Hand of the Lord”) che affondano le loro radici nell’antica scuola country-folk americana. In “Seasons” si respira perfino la spiraleggiante atmosfera del proto-doom primi ’70 e non è poco per una formazione così giovane.
Unico appunto: la voce di Ryan Lee in certi momenti appare fin troppo sottile e carezzevole, facendo desiderare un timbro più maturo e virile. A parte questo, una ottima rivelazione.
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