La definizione di old school death metal band che gli stessi
Horrendous si attribuiscono nella biografia della loro pagina Facebook, secondo me, è alquanto limitativa. E' vero che la loro musica ricade in pieno in ambito death e che i loro riferimenti sono le band storiche del settore, ma la musica proposta dagli
Horrendous in
"Anareta" è dannatamente fresca, moderna ed attuale. Il frutto di tale miscela esplosiva è sicuramente la preparazione tecnica dei musicisti e la loro capacità compositiva che rendono questo disco mai monotono e a tratti innovativo.
Le tracce variano molto tra loro e i punti forza del gruppo sono molteplici. Sicuramente la presenza in ogni traccia di numerosi cambi di tempo rendono i brani nello stesso tempo complessi ma mai prolissi o dispersivi, merito questo di di una sezione ritmica ben organizzata e tecnicamente preparata. Il lavoro dedicato alle chitarre è notevole. Intriganti passaggi si susseguono in tutto il disco e addirittura compaiono, in alcuni casi, anche arpeggi acustici e parti estremamante melodiche. Le chitarre sprigionano veri e propri assoli che entusiasmano l'ascoltatore e che, per la maggior parte dei gruppi death che affollano l'universo metal, sono generalmente una rarità e, se sono presenti, sono di fattura decisamente più scarna. Infine, ma non per questo non degne di nota, le parti vocali presenti nel disco che nella maggior parte dei brani (i vocalist sono due) ricordano spesso il modo di cantare di
Martin Van Drunen (
Pestilence,
Asphyx, ecc.) che, scusate se è poco, secondo il sottoscritto rappresenta una delle migliori voci mai ascoltate in ambito death.
Risulta quasi inutile soffermarsi su ogni singolo brano in quanto è il disco che è valido nel suo insieme, pertanto mi limiterò a indicare quali sono le tracce che più mi hanno entusiasmato e che sono effettivamente eccellenti.
"Sum of All Failures" perchè riassume tutte i punti di forza che ho descritto eccetto le parti vocali che questa volta non ricalcano la timbrica di
Van Drunen ma sono altrettanto valide.
Lo strumentale
"Siderea" che non sfigurerebbe in un disco di heavy metal classico tanto che è ben concepito.
"Ozymandias" in quanto continua un certo filone musicale di sperimentazione progressive death senza commistioni fusion o jazz, abbandonato nel 1993 da
Pestilence,
Atheist e
Cynic per completare la loro metamorfosi verso nuovi orizzonti.
"Acolytes" perchè è un pezzo fantastico specialmente nella seconda parte ed è degno dei migliori
Death e non aggiungo altro!
Gli altri pezzi sono comunque su alti livelli e non mostrano cedimenti, la scelta dei quattro indicati è puramente personale e potrebbe anche cambiare con gli ascolti seguenti.
Per terminare la recensione affermo che è un disco molto consigliato a chi adora
Death,
Pestilence e
Atheist, ma che può fare proseliti anche tra gli ascoltatori di
At The Gates,
Cynic,
Asphyx e
Autopsy e, vi sfido a smentirmi, potrebbe piacere anche ad ascoltatori di heavy classico più open minded, in quanto il death metal proposto dagli Horrendous è vero che è inquadrabile in un filone progressive, ma è nello stesso tempo, anche se complesso, molto godibile anche a chi non digerisce troppe sofisticazioni e a chi ama i fraseggi chitarristici, numerosi cambi di tempo e sopporta una voce non proprio acuta.
Devo dire che è da tempo che non ascoltavo in ambito death metal un disco di questo livello qualitativo e per il momento si appresta ad essere il mio disco death dell'anno.
Un ultima cosa devo aggiungere alla recensione poichè è curiosa e paradossale al tempo stesso. Sia il nome del gruppo, che il titolo dell'album, che il titolo di uno dei pezzi migliori sono totalmente in antitesi con le aspettative. Infatti gli Horrendous non sono affatto orrendi,
"Anareta" in astrologia indica il pianeta avverso alla vita che porta morte e distruzione e invece questo disco è pieno di vitalità e infine il brano
"Sum of All Failures" è tutt'altro che una somma di fallimenti!
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