Secondo me, eh.
Benvenuti a una delle mie inconfessate passioni: il
thrash metal. Qui in redazione ci sono cavalli di razza sull'argomento, con i quali non sono degno di confrontarmi. Ma ogni tanto, la mano beneveola (se se) del
Graz mi dà qualche bel dischetto di thrashone, per riprendermi da svagonate di tempi dispari e atmosfere rarefatte....
Concluso il preambolo, eccoci al secondo album degli australiani
Harlott. Band della stramadonna, seppur giovane, con i piedi ben saldi nei capisaldi (i Big Four, i Sodom, "
la bella canzone di una volta" (cit.)). E questo secondo "
Proliferation" ha, come il suo predecessore
"Origin" tutti i classici tratti del thrash album per eccellenza:
- sezione ritmica spaccaossa, ma mai statica sullo speed tempo
- chitarristi funambolici in fase di solo e variegati nel costruire riffoni
- voce rigorosamente URLATA, si canta il minimo e solo se è proprio necessario
- copertina fatta da mio cuggino
- produzione potente ma non esageriamo con la pulizia
- ritornelli prevalentemente urlati in modo sguaiato
Ecco, non manca niente. E "Proliferation" ha tutto. Una rasoiata via l'altra, la doppietta iniziale "
Proliferation" / "
Denature" ti stende subito; alcuni brani si fregiano di intro un filo rallentate e pensierose (ad es. "
The Fading Light",
Civil Unrest"), ma è solo il tempo di prendere la rincorsa, e via che si va con la botta. Riffing vario e mai scontato, si diceva. Un plauso particolare alla batteria del nuovo
Tim Joyce, e alla voce (per me) semplicemente perfetta (per il genere) di
Andrew Hudson, che guidano alla perfezione la macchina da guerra Harlott verso il secondo disco convincente su due. Dove vorranno arrivare, questi quattro australiani??
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