Che fossero bravi, gli
Steel Raiser lo avevo già sottolineato in occasione dei precedenti lavori, ma ora con
"Unstoppable" riescono a fare un ulteriore salto di qualità, realizzando un lavoro che non mostra punti deboli e dove riescono a trovare il giusto equilibrio tra la componente più metallica e spunti melodici mai banali e sempre vincenti.
Come un guanto di velluto forgiato nel ferro.
Se le canzoni vincono e convincono, gran parte del merito va al cantante della formazione siciliana,
Alfonso Giordano che conferma tutto il suo valore, ribadendo quegli accostamenti fatti in passato con Mike Howe a Blackie Lawless (tutt'al più aggiungerei Chris Boltendahl), riuscendo al contempo a enfatizzare le sfumature e i colori della propria voce.
La doppietta iniziale è talmente in debito con i Judas Priest che nemmeno i Primal Fear avrebbero osato tanto.
"Inexorable" e
"Decapitator" (della quale sul CD è incluso anche un video in HD) sono, infatti, due episodi serrati, affilati tanto quanto le chitarre di
Giuseppe Seminara e
Gianluca Rossi.
Dopo la teutonica "Fast as the Light", rincorsa dal basso di
Salvo Pizzimento e soprattutto dal drumming di
Antonio Portale, tocca alla stupenda
"Scent of Madness", una delle migliori canzoni ascoltate finora in questo 2015, che ha dalla sua davvero tutto per farsi apprezzare, a partire da un flavour melodico non stucchevole che gioca a rincorrersi con il cantato teatrale di
Alfonso Giordano e una ritmica precisa ed incisiva.
Se
"Dreaming of You" nei suoi modi e nei cori riecheggia i Gamma Ray, i suoni si spostano prima verso lo US Power & Speed Metal (direi dalle parti di Metal Church e Steel Prophet) con
"Thousand Blade" per poi tornare agli espliciti rimandi priestiani di
"Mole Breaker" e della titletrack.
Le tastiere che aprono
"The Last Tears" lasciano subito intravedere il bel brano che sarà, giocato sui quei chiaroscuri dove scopriamo
Alfonso Giordano duettare con
Nadia Orlando (cantante dei Nuctifes ed ex Refuge of Dream), indubbiamente un altro degli highlight dell'album.
Chiude, infine, l'album una versione alternativa di
"Scent of Madness" dove come ospite al basso troviamo Dino Fiorenza che dà il suo tocco personale a un brano già notevole di suo.
Gli
Steel Raiser avanzano imperterriti e non sembrano avere alcuna intenzione di fermarsi, e come una fenice che è risorta dalle ceneri (leggasi Noble Savage e Valkija) si confermano come una delle più valide realtà della scena Metal.
I Am Unstoppable
Iron And Fire With Me
I Am A Man Of Steel
You want it all, but you can't
read it
It's in your face, but you can't
read it
What is it? It's it
What is it? ... it's the
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