Il quinto lavoro degli
Shinedown ci presenta una band in grande forma, capace di scrivere ottime rock songs piene di melodia, guidate dall'ugola chiara e potente del singer
Brent Smith ( una delle migliori voci in circolazione ), vero valore aggiunto del quartetto americano.
I primi due brani "
Asking For It" e "
Cut The Cord" sono i brani piu' duri anche se nel suo complesso questo disco si puo' considerare sicuramente il meno heavy di tutta la produzione. I riff di chitarra sono essenziali, gli assoli ridotti al minimo ma il tutto si muove all'interno di brani la cui struttura musicale alterna parti melodiche ed elettriche, con grandi chorus, che riescono sempre a tenere alto l'interesse anche grazie all'ottima produzione. Sicuramente da sottolineare una ricerca di innovazione nel sound, con batteria meno incisiva che in passato ed uso massiccio delle tastiere. Puo' darsi che questo faccia un po' storcere il naso ai fans di vecchia data ( cha magari si erano entusiasmati per brani quali "
Devour" o "
The Sound Of Madness" o, prima ancora , con "
Cry For Help"), ma questo disco va apprezzato proprio perchè osa battere territori inesplorati, anche strizzando l'occhio al rap/pop o a soluzioni piu' commerciali. Non c'è piu' la rabbia degli album precedenti, è vero, ed i suoni sono iper-prodotti ma giunti al quinto lavoro gli
Shinedown hanno deciso di cambiare rotta, di re-inventarsi. Chi vuole vedere in questo una nota di merito, considererà questo album un "must", chi invece crede che i cambiamenti siano sinonimo di "tradimento", probabilmente non si entusiasmerà piu' di tanto.
Ma se volete capire come il Metal moderno dovrebbe essere suonato oggigiorno "
Black Cadillac" e "
Dangerous" ve ne daranno un' idea. Da ascoltare, assolutamente.
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