Milù è il nuovo progetto di Anke Hachfeld, la cantante dei tedeschi Mila Mar. Questo suo disco solista (realizzato con l'aiuto del musicista/produttore Dirk Riegner) non è propriamente indicato per il lettore medio di Eutk, quello cioè che si nutre a pane e metallo pesante, ma forse potrà attirare coloro che, oltre alle cose estreme, apprezzano anche la musica più tranquilla e rilassata. In effetti gli ultimi due aggettivi da me utilizzati si adattano benissimo a ciò che troviamo in "No future in gold", un album caratterizzato da atmosfere sognanti e da sonorità ricercate che si fanno apprezzare fin dalla prima volta che le si ascolta. Non è facile dire esattamente a quale genere appartenga questa release, difatti le dodici track in essa contenute sono una sorta di mix tra il rock, il gothic etereo in stile 4AD e il trip hop, ma il risultato di tale combinazione è molto buono a mio avviso: come ho già anticipato il sound proposto è piacevole e intrigante, ma a ciò vanno ad aggiungersi parti cantate di ottimo livello, che mettono in evidenza la grande versatilità della brava Anke. Quest'ultima dimostra di essere a proprio agio anche in contesti piuttosto diversi tra loro, ma soprattutto sembra particolarmente abile dal punto di vista interpretativo. Grazie a questa sua capacità i pezzi, pur costituendo un insieme omogeneo, non danno mai l'impressione di essere l'uno la copia dell'altro. Ci sono infatti casi in cui la vocalist preferisce esprimersi in maniera più diretta e incisiva (vedi ad esempio in "Schnappschuss" e "Du mensch", due brani che esprimono una forte tensione emotiva e che sono caratterizzati da una certa istintività), ma ce ne sono anche altri in cui opta per tonalità di voce più sensuali e ammalianti (come accade in "Unter meiner haut" o "Lustschmerz") ed altri ancora in cui canta come se fosse una bambina di dieci anni (situazione che si verifica in "Zeitwaise"). In generale potrei descrivere la musica dei Milù come un incrocio tra Cranes, Kate Bush e Portishead, ma il paragone è solo indicativo perché i tedeschi sembrano essersi dati molto da fare per rendere il più possibile personali le loro canzoni. Oltre a questo essi hanno curato scrupolosamente un po' tutti gli aspetti relativi alla composizione, e direi che i loro sforzi hanno dato davvero dei buoni frutti...
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