Superata la cocente delusione iniziale, ho provato a rimettere nel lettore cd l'ottimo "Golden Age" di un paio d'anni fa, sperando di aver sbagliato i termini di paragone tra i due lavori. Ed invece mi sono ritrovato ad avere solamente delle conferme, esaltandomi per "Golden Age" e deprimendomi ancora di più pensando a cosa questo "Europa" sarebbe potuto essere ed invece non è. Che gli Himinbjorg abbiano il vizio di cambiare pelle ad ogni release mi sembrava evidente, ma non mi aspettavo di sicuro un tale passo indietro rispetto al precedente episodio... che poi di passo indietro non si può realmente parlare, visto che qualitativamente questa proposta a qualcuno potrà anche piacere parecchio. Ma non a me, che già pregustavo un black metal epico e sostenuto, mescolato con quell'attitudine pagana e 'viking' che da sempre caratterizza i francesi. Invece "Europa" parte in maniera agghiacciante, senza una vera e propria forma, tra chitarre ululanti su partiture quasi ambient ed un'alternanza quasi forzata di aggressive accelerazioni e momenti melodici. I primi quattro o cinque pezzi si perdono così, senza quell'anima decisa e grintosa che dovrebbe essere sprone di ogni gruppo viking metal. Dopodiché ci si fa in parte l'abitudine, la grande abbondanza di parti acustiche e di rallentamenti al limite del doom diventa parte dominante dell'album, e non possiamo fare altro che rassegnarci. Peccato anche che a livello vocale la prestazione di Zahaah sia del tutto inadeguata: sia nell'uso di una voce pulita troppo insipida, sia nell'imitazione dello screaming di Attila Csihar, che in questo contesto mi sembra completamente fuoriluogo. Il dispiacere più grande è dato dal concept di "Europa" - una storia del nostro continente rovinato dall'avvento della cristianità - che sarebbe dovuto essere valorizzato più e meglio dalla musica. Se non avete mai ascoltato nulla degli Himinbjorg vi consiglio di fare vostro il precedente "Golden Age" e di ascoltarlo fino allo sfinimento, cosa che continuerò a fare anch'io.
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