Secondo EP per questa solida band nord irlandese che, complice la recente formazione (2011) e l'appartenenza ad un sotto-genere parecchio inflazionato, deve ancora trovare la propria strada, la propria personalità.
Nelle cinque canzoni presenti su
"Revocation Of The Blood Elect", i
Rex Shachath mostrano un death metal assolutamente americano con una metrica vocale strettamente imparentata con quella di zio
Glen Benton ed una struttura dei pezzi che deriva moltissimo da quanto insegnato dai giganti Cannibal Corpse (compreso il "semplice" drumming alla
Mazurkewicz). I brani si susseguono con piacere, il riffing è preciso ed in generale il tutto è ben suonato ma una caratteristica, una peculiarità nella proposta, andrebbe trovata e sfruttata per non perdersi nelle centinaia e centinaia di band che giocano allo stesso sport e finire per essere ignorati. L'ultimo pezzo presente nell' EP,
"Colossus Rise", allarga un pochino gli orizzonti dilatando i tempi, diventando più ossessivo ed evitando di puntare tutto sull'impatto. Potrebbe essere una strada da sfruttare per variare maggiormente la proposta quel tanto che basta da rendere più interessante l'ascolto. Per ora promossi, rimango in attesa che scoprano tutte le carte con il primo full lenght.
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