Ritornano finalmente sulle scene gli svedesi Morgana Lefay, assenti con questo monicker dal 1999, anno in cui venne pubblicato l'omonimo album e in cui iniziarono i problemi contrattuali che hanno portato la band a ridurre il proprio nome al solo Lefay prima e allo scioglimento poi, avvenuto due anni più tardi. Conclusa ogni tipo di controversia maturata nel corso di questi anni, la band, riappacificatasi con la connazionale Black Mark e dopo 3 album sotto il nome Lefay, ritorna con vecchia etichetta e vecchio monicker per la realizzazione di questo "Grand Materia", ottavo album targato Morgana Lefay. Personalmente ricordo la band ai tempi di "Maleficium", uscito nel 1996 e rappresentante un buon disco di personale heavy/power metal con una punta di innovazione e un buon songwriting in grado di distinguere gli svedesi per personalità e buon intuito. Il nuovo lavoro è in parte accostabile al succitato precedente per quanto riguarda la struttura, ovvero quella del concept, il quale sembra essere particolarmente gradito a questa formazione. La trama concettuale ambientata in un medioevo alchemico ed esoterico, illustrata in maniera più che esaustiva nel corposo booklet del CD, viene sviluppata nel corso di 12 (13 nella versione in vinile) tracce nelle quali il sound oramai classico della band viene presentato sotto molteplici aspetti, nei quali emerge come punto di forza la carismatica voce di Charles Rytkönen. Come sempre quando si ha a che fare con concept album così ambiziosi e intricati, è difficile dare un giudizio individuale su ciascun episodio che compone un insieme di musica e tematiche spesso tra loro collegate e ricorrenti. Trascurando l'aspetto più prosaico dell'album (sottolineando comunque il buon lavoro svolto nella compilazione delle note esplicative che affiancano i testi delle canzoni), musicalmente i Morgana Lefay ci offrono il loro classico sound heavy, melodico ma non troppo, e con buoni spunti di aggressività e modernità, in particolare nel suono corposo e deciso delle chitarre, risultando personale e spesso convincente. Purtroppo, le continue digressioni ora melodico/acustiche, ora atmosferiche e ridondanti, se da un lato seguono la trama dichiarata del concept, dall'altro spezzano la giusta tensione che permetterebbe di godere maggiormente degli aspetti migliori dell'album, quelli di incisività e immediatezza. Compito sempre ben difficile quello di realizzare concept album eterogenei ed apprezzabili in tutta la loro (spesso eccessiva) durata, al quale "Grand Materia" adempie solo parzialmente consegnando un album a tratti avvincente, a tratti stancante e difficilmente digeribile in un sol boccone. Le scelte stilistiche intraprese dalla band non brillano certo poi per eccessiva originalità e innovazione, restando marcatamente nel campo del "classico" nel quale i Morgana Lefay faticano a distinguersi con un "Grand Materia".
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