Lo ammetto … mi sono avvicinato ai californiani
Edge Of Paradise e al loro “
Immortal waltz” spinto da una motivazione un po’
naif e che non è quella (
maliziosoni!) ipotizzabile guardando le foto promozionali del gruppo.
Più dell’avvenenza di
Margarita Monet (un “incentivo” comunque non trascurabile …) ha potuto in questo caso la reputazione di un veterano della regia musicale come
Michael Wagener, una presenza che lasciava presagire un prodotto di qualità.
Alla prova dei fatti, diciamo che
Michael si è “scomodato” per una
band abbastanza interessante, che interpreta con approccio sufficientemente fresco le consolidate peculiarità del
metal melodico, mescolando intensità, sentimento e dramma in un impasto in cui si possono cogliere tracce di Zed Yago, Alice Cooper, Halestorm e Savatage, diluite da un certo buongusto e da una discreta personalità.
L’ottima laringe di
Margarita, versatile e ammaliante, contribuisce in maniera significativa a composizioni piuttosto godibili, che passano con disinvoltura da atmosfere sinfoniche e teatrali (le cangianti “
Perfect shade of black”, “
It’s my showtime”, eccellenti, e una
title-track appena meno efficace nonostante la pregevole prestazione vocale) a costruzioni armoniche contagiose e seducenti ("
Rise for the fallen” che, pur con il suo lieve tocco
kitsch, mi “perseguita” da giorni …), non dimenticando di frequentare con profitto alterno ambientazioni suadenti e vagamente
goticheggianti (“
In a dream”, “
Ghost” e la
catchy “
Goodbye”) e situazioni maggiormente dirette e grintose (l’enfatica e Warlock-
esque “
Break away”), per un programma complessivamente di buon valore, da ascoltare senza vere controindicazioni.
E tale affermazione rimane valida anche dopo aver vagliato l’ultimo brano in scaletta, una
rischiosissima cover dell’immortale “
Children of the sea” … non c’è di che entusiasmarsi smodatamente, ma l’onore dei
Sabs è da considerarsi salvo, con i nostri capaci di esibire il carattere necessario a non trasformare un’occasione da gol in una clamorosa autorete.
Gli
Edge Of Paradise s’inseriscono nella categoria (assai frequentata, invero) degli emergenti di “prospettiva”, da monitorare con attenzione in attesa di una maturazione espressiva piena e assolutamente vincente.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?