Nuova realtà proveniente dal nord della Francia, i
Lockdown, attualmente al lavoro sul primo full lenght, ci danno un primo assaggio del loro progressive metal con un EP ampiamente convincente, che prende spunto dai maestri del genere ma mostra una spiccata personalità propria.
Quattro brani più un intermezzo di pianoforte ci consegnano una band fortemente orientata verso soluzioni melodiche, che tuttavia non perde mai la voglia di picchiare duro quando serve. Le composizioni, curate per lo più dal mastermind
Vincent Michelon, sono decisamente varie e vengono guidate dall’ottima voce di
Eric Viel, che sicuramente rappresenta l’arma in più di questa giovane band, in grado anche di alternare con maestria vocalità pulite e urla graffianti. I Lockdown riescono ad essere efficaci sia quando affrontano momenti più riflessivi e intensi, che arrivano anche a sfiorare con gusto la psichedelia, sia quando si dedicano a soluzioni più vicine al metal alternativo, senza paura di rivolgere lo sguardo verso generi meno canonici.
Non solo lati positivi, tuttavia, in questo breve debutto. Innanzitutto la resa sonora, troppo inscatolata e penalizzante in diversi frangenti, mentre anche in alcune parti, soprattutto quando si tratta di pestare, il combo francese mostra ancora ampi margini di miglioramento. Nulla di grave e soprattutto nulla che un buon lavoro in fase di mastering e magari qualche dritta di un produttore possono risolvere.
Un assaggio che fa ben sperare per il futuro, dunque! Li attendiamo alla prova del debut album.
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