Ambizioso.E lo è sicuramente il nuovo album degli
Scala Mercalli, che si ripresentano con
"New Rebirth" a sei anni di distanza dal suo predecessore, "Border Wild".
Riuscito.Obiettivo centrato: un disco dove oltre a ritrovare tutte le pulsazioni metalliche della formazione marchigiana, scopriamo un'interessante ambientazione lirica che parte dal Risorgimento Italiano per poi contestualizzarla ai tempi attuali.
Il linguaggio impiegato resta comunque l'inglese e non ci sono particolari novità nemmeno sul piano musicale che partendo da un energico Heavy Metal prende sfumature Thrash & Speed, il tutto sempre caratterizzato dalla bella prova vocale di
Christian Bartolacci, il quale in alcuni passaggi ("
Nightmare Falls" o "
Face My Enemy") accentua l'accostamento ai Megadeth o ai Flotsam and Jetsam, anche se mi piace pensare che gli
Scala Mercalli esprimano soprattutto se stessi.
Sono, infatti, una delle più interessanti e longeve (si sono formati a inizio anni '90) realtà musicali che hanno i propri natali sul territorio nazionale.
L'album si avvia su una introduzione interlocutoria ("
The Long March" che ha il compito di aprire la strada a "
September 18, 1860") e si chiude con la breve "
The Flag", strumentale e immediatamente riconoscibile visto che è ispirata alla composizione di Michele Novaro che aveva musicato il testo scritto da Goffredo Mameli per quello che è diventato poi l'Inno Nazionale Italiano.
Nel mezzo un fluire di canzoni che gli
Scala Mercalli edificano attorno al proprio concept musicale, dal tono battagliero della già citata "
September 18, 1860" (ispirata alla battaglia di Castelfidardo dove le truppe del Regno di Sardegna sconfissero quelle dello Stato Pontifico) ai ritmi marziali di "
Hero of Two Worlds" chiaro omaggio a Giuseppe Garibaldi, ma sempre senza perdere di vista il proprio credo musicale.
Detto della conferma di
Christian Bartolacci (che ritroviamo anche negli Ibridoma) vanno sottolineate anche la prova dell'ormai consolidata sezione ritmica composta da
Giusy Bettei e
Sergio Ciccoli, ma anche quella degli ultimi innesti: i chitarristi
Luca Vignoni e
Clemente Cattalani.
E per questi cinque musicisti parlano i brani e basta, pescando un po' a caso, guardare alle soluzioni affilate e allo stesso tempo ariose di "
All the Children Are Disappeared" o "
Eternity", ai ritmi serrati (
Sergio Ciccoli lascia sempre il segno) di "
Time for Revolution" ma pure al mood malinconico dell'intensa ballad "
Last Leaf".
Lo lasciano intendere già dalla copertina dell'album: gli
Scala Mercalli combattono – ovviamente sul piano musicale - sotto le insegne della
NWOIHM (New Wave Of Italian Heavy Metal) e lo fanno rendendo onore e gloria alla scena musicale italiana.
You want it all, but you can't
read it
It's in your face, but you can't
read it
What is it? It's it
What is it? ... it's the
review
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