Manca sempre quello spunto che faccia fare loro il vero e proprio salto di qualità, ma devo anche ammettere che in questo caso i Presences ci sono andati proprio vicini. "Mutation Of The Wooded Creatures" è il primo full-length costruito sia da pezzi nuovi che da composizioni prelevate dai due precedenti demo. Rispetto al tentativo di emulazione dei Dimmu Borgir provato in "Presences In The Darkness", il nuovo lavoro si presenta più maturo e personale: il gruppo ha deciso di puntare su atmosfere più fantastiche e surreali, cercando di unire ad un black metal primitivo e leggerino delle onnipresenti tastiere. Proprio questa caratteristica predominante è allo stesso tempo il punto debole della band... eh si, perché dopo solo un quarto d'ora di ascolto la vena sinfonica dei Presences (con i synth che vanno quasi a nascondere le chitarre) viene già a noia. Quando si tratta di orchestrali, o di brevi intermezzi pianistici, è un altro discorso; ma il costante tappeto di tastiera in alcuni punti mi ha letteralmente demoralizzato. Aggiungiamo a questo difetto una durata dei pezzi che si aggira quasi sempre intorno ai sette minuti, senza melodie che possano definirsi indimenticabili. Nessuna delle canzoni è da buttare via, pur senza presentare spunti che possano farla emergere dal livello qualitativo dell'album. Anche a causa di uno screaming un pò forzato e sgradevole, in alcuni punti totalmente inadeguato. Come nel caso dell'inizio della bella e cadenzata "Imperial legion of Thor", che avrebbe necessitato di un'interpretazione ben più decisa. Per concludere, anche la registrazione decisamente approssimativa da un lato conferisce un'atmosfera quasi magica alla musica dei Presences, ma dall'altro impedisce di godersi del tutto le interessanti composizioni del gruppo. Ogni medaglia ha il suo rovescio, e i Presences lo dimostrano bene: con una musica abbastanza originale e soprattutto ben congegnata, ma che per qualche motivo non riesce mai ad esplodere come dovrebbe!
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