Copertina 7

Info

Anno di uscita:2015
Durata:52 min.
Etichetta:Massacre Records

Tracklist

  1. LADY OF THE WALL
  2. KÖNIG DER NEBEL
  3. RABEN IM HERZ
  4. CARPE NOCTEM
  5. HOFFNUNG STIRBT NIEMALS
  6. SEELENFEUER
  7. ANDERSWELT
  8. CANAN NAN GAIDHEAL
  9. FROZEN SWAN

Line up

  • Carmen R. Lorch: vocals
  • Anny Maleyes: vocals
  • Olivér D.: guitars
  • Mats Kurth: drums
  • Dennis Schwachhofer: keys & orchestra (studio session)
  • Markus Stock: bass (studio session)
  • Susanne Bachmann: bass (live session)

Voto medio utenti

Con “Raben im Herz” i Coronatus raggiungono la realizzazione del settimo album e quindi dovrebbe trattarsi di una band navigata. Invece questo gruppo ha sempre avuto problemi di lineup e infatti i sei dischi che precedono questo album sono stati realizzati con formazioni sempre differenti. La formazione di “Raben im Herz” invece è rimasta questa volta immutata dal precedente disco “Cantus Lucidus”, ma dato che “Cantus Lucidus” non si è dimostrato un album molto esaltante, anzi direi piuttosto noioso come confermato anche dalla recensione presente sul sito, i presupposti di questo nuovo album non erano dei migliori.
Il brano di apertura “Lady of the Wall” è un classico brano gothic, ma questa volta la musica e il cantato sembrano decisamente migliori che nel passato. Il brano è molto più incisivo e l’orchestrazione musicale è più consona e maestosa.
La sensazione che abbiamo a che fare con una band che ha scelto un approccio diverso è confermato dalla seconda traccia “König Der Nebel” che ha un inizio folkeggiante di circa un minuto dopodiché la voce prorompente di Carmen R. Lorch prende il sopravvento su un brano che alterna parti musicali gothic a parti folk, anche qui le orchestrazioni e gli arrangiamenti sono nettamente migliori che nel passato anche se è criticabile l’uso di alcuni suoni di chitarra che sembrano provenire da una tastiera per bambini con campioni midi di base.
La title track “Raben im Herz” è un brano più lento e molto ben cantato dalle due vocalist, qui Anny Maleyes con la sua voce calda e avvolgente dà il meglio di se e insieme alla sempre potente e lirica voce di Carmen R. Lorch danno vita ad un ottimo brano pieno di pathos che anche a livello musicale e ben suonato, orchestrato e arrangiato.
Il quarto brano “Carpe Noctem” con un inizio celtico e uno sviluppo power/gothic introduce un nuovo cambiamento a livello musicale che vivacizza l’album. Carmen R. Lorch canta sempre in maniera ineccepibile su toni da soprano, ma è Anny Maleyes a scegliere una interpretazione diversa cantando in alcune parti su toni più acuti e generalmente inusuali per lei, ma se la cava abbastanza bene. Anche in questo caso gli arrangiamenti sono molto più curati che in passato.
“Hoffnung stirbt niemals” è composta da diverse parti con stili musicali differenti legata insieme da belle orchestrazioni e parti di tastiera, come al solito cantata ottimamente dalle due vocalist che si suddividono bene il compito e quando occorre cantando insieme in ottima sinergia.
“Seelenfeuer” è un brano più veloce in cui compaiono numerosi sprazzi di power metal che uniti alla voce da soprano di Carmen R. Lorch danno la sensazione in alcune parti di ascoltare Tarja Turunen con i Nightwish. Bello anche l’alternarsi delle due vocalist al susseguirsi delle diverse parti del brano.
“Anderswelt” inizia con Anny Maleyes che esegue addirittura un vocalizzo in growl su un brano musicalmente davvero atipico per una band gothic con parti in folk dove il violino detta l’incedere musicale. Il pezzo però mostra nello stesso tempo delle potenzialità compositive alternative. In questo brano il cantato, fatta eccezione per i cori, è quasi a esclusivo pannaggio della vocalist Anny Maleyes che stupisce di nuovo all’interno del brano con un’altra parte in growl!
“Canan nan Gaidheal” è un tipico brano scozzese in lingua gaelica utilizzato come lirica in numerosi brani musicali e significa “Il linguaggio dei Gaeli”. I Gaeli sono scozzesi che abitano le Highlands e il loro nome deriva dal popolo celtico dei Goideli che sbarcato in Irlanda in epoca imprecisata popolò successivamente la Scozia. Dal punto di vista musicale il brano è una cantilena folk in stile Eluveitie.
“Frozen Swan” è il tipico brano gothic super soft che serve solo a mettere in risalto le bellissime voci delle due vocalist, ma non aggiunge altro a quanto già detto.
In conclusione i Coronatus riscattano bene la prova scadente dell’album precedente e ciò soprattutto per le migliori soluzioni musicali e l’orchestrazione che è nettamente superiore al passato e qui si scopre che probabilmente il fautore di tali cambiamenti è il membro studio session Dennis Schwachhofer deputato all’orchestrazione e alle tastiere che è cambiato rispetto all’album precedente. Le vocals sono più varie e risultano ineccepibili tecnicamente. Nell’album precedente erano troppo ripetitive e monotone anche se ben eseguite.
I Coronatus dovrebbero osare di più a livello musicale poiché le orchestrazioni sono ben concepite e i brani che contengono più movimenti e strumentazioni meno convenzionali sono ben riuscite e mettono in risalto capacità compositive che sfruttate maggiormente eleverebbero la musica dei Coronatus a livello di band molto più blasonate e originali. Inoltre occorrerebbe qualche occhio di riguardo in più a piccoli particolari che banalmente vanificano la riuscita dei pezzi. Come ad esempio quel banale suono di chitarra contenuto in “König Der Nebel” o la piccola parte di basso contenuta all’inizio di “Seelenfeuer” che andava messa più in risalto con più distorsione e un volume più alto. Sul versante cantato non ho nulla da eccepire, le due vocalist sono bravissime e sempre all’altezza da un punto di vista esecutivo. Io utilizzerei maggiormente la versatilità della voce di Anny Maleyes specialmente in quei brani che come ho già detto dovrebbero includere partiture meno standard e più sperimentali.
Recensione a cura di Enrico Mazziotta

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