Oggi ci addentriamo nell'underground estremo italiano, "luogo" nel quale, spesso, vengono raccontate storie affascinanti, molto più affascinanti di quelle mainstream.
Questo è il caso degli umbri
Waldweg i quali, dopo il demo di esordio del 2013, tornano sul "mercato" con un nuovo lavoro auto prodotto che il quartetto rilascia i formato 45 giri!
"Pastoral Whisper" ha, quindi, un package inconsueto e, di conseguenza, ammaliante.
Poi, guardate l'artwork: siamo al cospetto di Theodor Kittelsen a colori... avete presente i leggendari album del primo Burzum?
Ancora: premete il tasto play e, se conoscevate il primo demo, verrete completamente spiazzati.
Dov'è il Black Metal?
Completamente sparito.
I
Waldweg, per motivi che non conosco, tirano fuori un album completamente strumentale nel quale le chitarre acustiche duettano con flauti, archi e tastiere con l'intento, unico, di esprimere amore per i boschi e per la natura in genere.
Vi viene in mente qualcosa?
"Kveldssanger" degli Ulver è il più immediato paragone che si può fare per questo demo: certo, mancano i cori evocativi e le voci, ma il sapore è più o meno lo stesso. Aggiungeteci anche un pizzico di Empyrium e avrete uno spaccato del folk che ci offrono i
Waldweg.
Una musica dolce, intimista, fortemente pagana e di certo desueta.
Oserei dire coraggiosa e di buonissima qualità.
Tutti i brani, brevi, hanno quel gusto rilassante e caldo che solo musica di questo genere può trasmettere e sono un ottimo viatico per conoscere il lato più "tranquillo" di un gruppo interessante e da supportare perchè fiero di appartenere ad una sfera, quella di nicchia come la loro, in cui si possono raccontare, come ricordavo all'inizio, storie e leggende dalla straordinaria forza emozionante.
In un mondo immaginario sarebbe bello mettersi di fronte ad un falò, in un bosco, ad ascoltare
"Pastoral Whisper" ed il sussurro della natura...
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