Secondo album per la band di Ravenna, fautrice di un sound sfaccettato e multiforme che impasta elementi post-metal, stoner, doom, occult rock, con qualche reminiscenza seventies. Miscela che i
Void of Sleep dimostrano di saper dosare bene e con competenza.
Prendiamo “
Hidden revelations” dove si colgono echi dei Tool assemblati ad una spigolosità ruvida che profuma di neo-sludge. Rabbia e melodia che si coniugano al meglio. Più orientate verso lo stoner moderno le successive “
Slaves shall serve” e “
Ordo ab chao”, dal gusto rock e con buona dose di groove.
I due brani finali introducono invece elementi quasi progressivi, in strutture eleganti e tecnicamente impegnative: “
New world order” coniuga atmosfera di ampio respiro e sferzate metalliche, mentre i quattordici minuti di “
Ending theme” hanno un taglio maggiormente drammatico e trasversale sulla scia dei Neurosis più accessibili.
Una band che evidenzia ottima preparazione tecnica, varietà di soluzioni, buona capacità di fondere energia e feeling melodico. Un disco che vale la pena di ascoltare.
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