I laziali
Tundra sono un nome ormai "storico" del black metal italico: tredici anni di attività, numerosi split con altre realtà estreme, tre album di lunga durata ne testimoniano, infatti, la longevità e, cosa più importante, la passione.
Dicevo tre album di lunga durata:
"The Burning Fanatism", l'ultimo parto discografico dei Nostri, viene rilasciato dalla sempre attenta
Avantgarde Music che, spero, saprà dare il giusto supporto ad un gruppo fieramente underground ma non per questo poco degno di rispetto.
In occasione del nuovo album, il leader
Pesten, unico membro da sempre presente nella line up, ha fatto le cose in "grande": alla chitarra troviamo niente meno che
Shatraug, leggendaria ascia di band come Horna e Sargeist, mentre dietro il drum kit siede (e canta)
Gionata Potenti che i cultori dell'estremo ricorderanno con Acherontas, Blut Aus nord, Deathrow, Fides Inversa, Glorior Belli, Enthroned... e tanti altri.
Con una formazione del genere ci si poteva aspettare solo una cosa: Black Metal!
E così è...
Attenzione però: i
Tundra, rispetto al loro passato, si sono certamente evoluti ed il loro suono risulta più "vario" e meno ancorato ai canoni classici del genere.
Se da un lato, infatti, i Darkthrone sembrano ancora essere un'icona alla quale guardare, dall'altro il gruppo mette in mostra una interessantissima vena "melodica", quasi rock (prendete il termine con la dovuta cautela) che si materializza nella costruzione di brani certo
distruttivi, ma anche malinconici, disperati (si lambiscono territori depressive) e sottilmente epici come accade per le splendide
"Wrath", assoluto capolavoro del disco, o la gelida
"Insanity" in cui il riffing di Shatraug non può non rimandare alla sua band madre, sebbene, la cosa va sottolineata, i
Tundra mantengano sempre una personalità marcata ed immediatamente riconoscibile.
"The Burning Fanatism" è un album che non si poggia per forza sulle velocità supersoniche, ma mette in mostra intelligenza compositiva, esecuzioni strumentali pulite ed arrangiamenti curati, elementi che lo rendono distante, in meglio, dal marasma delle uscite che, quotidianamente, inondano il mercato dell'estremo.
Il risultato di tale commistione è un album dal fascino oscuro, ovviamente, al quale i più attenti tra Voi difficilmente resisteranno.
I
Tundra dimostrano, attraverso brani in mid tempos, ipnotici nel loro incedere ripetitivo o addirittura delicati come la folk oriented
"Blurred", che si può risultare neri senza ricorrere a chissà quali stramberie, ma semplicemente suonando con il cuore e con la reale dedizione ad un genere come il black metal che, nonostante tutto, riesce ancora ad offrirci prodotti di qualità elevata come quello del quale vi sto parlando.
Se, dunque, siete alla ricerca di brani taglienti, melodici, dallo spirito italiano piuttosto che nordico, sempre ed assolutamente bui, non dovete lasciarvi sfuggire i
Tundra ed il loro black metal elitario e ricercato nella sua semplicità.