Il 2004 ci ha riservato l'inattesa sorpresa di rivedere all'opera i gloriosi Europe con il valido "Start From The Dark", album che ha segnato il ritorno alla band madre del chitarrista John Norum. Ritorno sicuramente spumeggiante, visto che il dominante guitar sound di Norum ha permesso agli Europe di ritrovare quel suono heavy degli esordi ("Europe", Wings Of Tomorrow") e di riscoprire una vena compositiva ultimamente un po' arruginita. La carriera solista di Norum inizia nel 1987 con "Total Control", seguito da "Face The Truth" con Glenn Huges alla voce e dal bellissimo "Slipped Into Tomorrow" del 2000.
In "Optimus" Norum si occupa anche delle parti vocali, a mio parere non con esaltanti risultati, le parti di batteria sono affidate al granitico talento di Hux Flux e le parti di basso a Thomas Torberg.
Il sound che traspare da "Optimus" è un hard-rock decisamente heavy nei suoni e volutamente oscuro e cattivo nelle melodie e nei riffs. Basta dare un ascolto alla heavy "Chase Down The Moon" con i suoi riffs graffianti e ossessivi, le sue melodie quasi soffocate nel ritornello e i solos inquietanti ma sempre tecnicamente precisi. La vena simil-dark si dipana anche nella successiva "Nailed To Cross", caotico miscuglio di riffs pesanti, solos dalle melodie orientaleggianti, sofferte e urlate vocals, il tutto accompagnato da un drumming roccioso e da un vorticoso giro di basso. La cattiveria e la potenza non mancano di certo ad "Optimus": songs come "Takin' The Blame" e ""Forced" (quest'ultima è veramente bruttina...) ne sono l'esempio. Per chi conosce gli Europe e i Dokken (di cui Norum è stato chitarrista nel 1990) la proposta musicale di questo album può sembrare veramente bizzara, ma l'heavy sound di "Optimus" suona bene così. La bellissima e nu-metal "Better Day" è ancora più pesante delle precedenti songs e ha come arma vincente un azzeccato ed avvincente ritornello seguito da bellissimi fraseggi di chitarra. Dopo queste tre bombe musicali Norum ci fa prendere un attimo di respiro e ci propone la semi-ballad blues "One More Time" in cui si esibisce in alcuni lunghi e insistenti assoli blues (utilizzando lo slide guitar picking), genere che personalmente adora. Sinceramente questo episodio appare decisamente sotto tono.
L'heavy sound iniziale torna alla carica con "Time To Run", un incrocio tra gli Armoired Saint di "Symbol of Salvation" e il grunge più moderno di Alice IN Chains e Soundgarden, con una caduta sul finale dovuta alla ripetitività delle linee vocali. Personalmente ritengo che John Norum dia il meglio di se sia sotto il profilo tecnico-musicale che creativo nei pezzi strumentali: infatti nella strumentale "Optimus" il guitar playing è più fluido, fantasioso e accattivante. Questa bellissima song è ricca di spunti tecnici superlativi e di linee chitarristiche melodiche catchy che molto ricordano lo stile di Satriani "Surfing With The Alien"/"The Extremist" era. Stesso discorso vale per l'altra strumentale "Solitude" che vede un Norum ispiratissimo che mette la sua tecnica al servizio della musicalità.
Non poteva mancare il lentone di turno, anche se bisogna ammettere che "Change Will Come" è una song pregevole e mai noiosa, anche se forse è proprio nei pezzi più lenti che si evincono i limiti di Norum dietro al microfono. Il discorso ovviamente si discosta dalle parti di chitarra che in questa song, tra arpeggi, ritmica e solos, compiono un lavoro ineccepibile.
Nel complesso "Optimus" risulta un album ascoltabile che comunque non aggiunge nulla di nuovo al genere in questione. Inoltre troppo spesso il songwriting di Norum ha delle cadute di creatività e risulta talvolta ripetitivo; il che non è un gran risultato considerando che l'album dura 37 minuti... ed essere ripetitivi in 37 minuti mi sembra chiedere un po' troppa comprensione a chi deve sganciare 20 testoni per acquistare il cd.
Dal punto di vista tecnico "Optimus" è perfetto e lo stile di Norum è comunque da apprezzare, specialmente nei granitici riffs e in alcune parti di solos, specialmente nella title track.
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