Copertina 8

Info

Anno di uscita:2005
Durata:56 min.
Etichetta:Frontiers
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. BREAK YOUR CHAINS
  2. NOT MY KIND
  3. MEMORY LANE
  4. NEVER GIVE UP
  5. SEVEN DAYS
  6. SK 983
  7. KISS OF FAITH
  8. PAPER BLOOD
  9. SEASON'S CHANGE
  10. TWICE AROUND THE WORLD

Line up

  • Andre Andersen: keyboards
  • John West: vocals
  • Kenneth Olsen: drums
  • Marcus Jidell: guitars

Voto medio utenti

Operazione di restyling all'interno degli "hunters" con l'arrivo delle chitarre più incisive di Marcus Jidell (Bruce Kulick, The Ring), il ritorno del drummer Kenneth Olsen (costretto a lasciare la band per motivi di salute dopo il live "1996") e delle coriste Maria McTurk e Kenny Lubke. Il mezzo passo falso di "Eyewitness" ha riportato Andre Andersen sul percorso già battuto con grande successo in "Moving target", "Paradox" e "The mission", un trademark fatto di energia, aggressività e melodia nel pieno stile neoclassic-symphonic metal, con brani molto diretti e di grande impatto sin dal primo ascolto supportati da un imponente e maestoso lavoro di tastiere di Andersen (anche in veste di compositore e produttore) nonchè una forte componente melodica, uso perfetto dei cori ed una strepitosa performance di John West, tornato in forma dopo il part time con "Future world" degli Artension. Tra i brani che più rappresentano la sintesi dello stile Royal Hunt spicca la title track e la trascinante "Break your chains" (che si avvale di un preludio sinfonico), inoltre sono presenti 3 pezzi strumentali ("Memory lane", "Sk 983" e "Twice around the world", in cui spicca un gran lavoro al drumming di Olsen ed uno stile che si differenzia dalle due precedenti in quanto si dà più risalto alle chitarre). Non mancano i momenti melodici e corali come in "Seven days" (con il ritmo che accelera nel finale) o il riuscito mix di country western e melodic rock di "Kiss of faith" (grande refrain da stampo in testa), ma il picco melodico unito al tocco personale lo si raggiunge in "Season's change", quando l'intro di chitarra lascia spazio ad una melodia sopraffina e al tocco soffice, suadente con picchi medio alti dell'ugola di West contornato da un forte impasto vocale ed un sopraffino lavoro di Jidell, e allora dimenticherete ben presto le belle ma più banali "So far away" e "Long way home". E' il miglior disco dell'era West assieme a "The mission" che ci fa perdonare certi sbagli di "Eyewitness" (tipo il brano in stile piano bar o la debole title track), la solita versione limitata (disponibile per il mercato USA) include le radio-edit versions di "Seven days "e "Kiss of faith", un acquisto obbligato non solo per i fans della band ma anche per chi è stato "lasciato" da gruppi come Stratovarius.
Recensione a cura di Carlo Viano
La band non perde colpi

Anche"Paper Blood"si concentra sui mass-media e in particolare sulla carta stampata evocando addirittura il capolavoro della settima arte"Quarto Potere".L'album segna l'ingresso nella band del chitarrista svedese Marcus Jidell del ritorno temporaneo di Kenneth Olsen alla batteria.Album pieno di brani ancora più potenti e ricchi di virtuosismi come la title-track e la quasi priestiana "Break the Chains".Bella anche la ballad"Season's Change".

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