"One of the oldest and experienced bands of the greek metal scene return with an album that will blow away everything else you've heard so far": grandi e spropositate premesse che si infrangono in un disco con sound troppo datato e produzione grezza e ruvida che di sicuro farà la gioia di qualche nostalgico patito del metal classico anni '80 o dei primissimi Fates Warning, ma che nel 2005 è destinato a venir spazzato via da colossi come Symphony X, Rhapsody, DGM e via dicendo. Il miglior pregio di "Sivilla" sta nella complessa struttura dei brani e nel saper fondere molto bene power metal e progressive con atmosfere dark e doom tipicamente anni '80, a cui però fa riscontro un cantato piatto e mediocre che, forse riconoscendo i propri limiti, si mantiene sempre su tonalità medio-basse (mi chiedo perchè, con due donne presenti in formazione non abbiano deciso per un controcanto femminile che avrebbe dato anche un tocco di modernità al sound), inoltre le tastiere, pur sempre presenti, sono poco incisive (ad eccezione de "El cant de la sibil", breve marcia funerea scandita da cori gregoriani), così che tutto il peso viene sostenuto dalle ritmiche della chitarra di Koskoris e dalle perfette e potenti rullate di Nick Adams, il che dimostra la provata tecnica ed esperienza della band, nata nel 1987 come Dark Devils ed apparsa come supporting act per Testament, Fates Warning, Rage, Megadeth, Dickinson, Gamma Ray. Fosse uscito 20 anni fa con una produzione più pulita ed un cantante alla John Arch sarebbe diventato in breve tempo un must, ora purtroppo è tardi, meglio riascoltarsi "No exit", The spectre within" o i primi Virgin Steele.
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