E’ curioso come si venga spesso a conoscenza di realtà che si suppongono nuove ma che proprio nuove non sono. E’ il caso di questi Corners Of Sanctuary, band a me sconosciuta, ma con all’attivo ben 10 lavori tra E.P ed album, provenienti dagli Usa. Il problema è che la “scoperta” non vale la novità, nel senso che pur dall’alto della loro esperienza ( sono nati ad inizi 2011 ), la loro proposta musicale che si pone nel filone della NWOAHM ci presenta un heavy molto scolastico, monotono , senza stimoli. Questo “Metal Machine”, full lenght uscito a fine Ottobre 2015 ed ora riproposto dalla Online Metal Promotion scorre via senza lasciar tracce tra riff scontati, mid tempo un po’ tutti uguali, una voce talmente monocorde da rendere piatte tutte le interpretazioni, una sezione ritmica troppo lineare ed una produzione ordinaria. Il tutto condito da testi banali e stereotipati. Ma il guaio peggiore è che tale situazione finisce per “soffocare” le capacità del gruppo che sicuramente potrebbero essere meglio valorizzate se solo in fase compositiva si osasse qualcosa in piu’. Ad esempio qualche inserto di tastiere non ci sarebbe stato male a rompere la monotonia, oppure l’uso di bridge acustici ( assenti del tutto) o ancora assoli un po’ meno scontati. Insomma questi “defenders di Philadelphia”, che si avvalgono della produzione di Stu Marshall, sfornano un album (il quarto full-lenght della loro discografia) estremamente monocorde, che suona uguale dall’inizio alla fine, un US power metal che bands quali Metal Church , Five Finger Death Punch o altri eseguono con più convinzione. A parte il brano di chiusura, la strumentale Killswitch, il resto è piattume-metal.
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