Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2016
Durata:42 min.
Etichetta:Cruz Del Sur Music

Tracklist

  1. CROMLECH REVELATIONS
  2. CROSSHAVEN
  3. SOLITARY VAGRANT
  4. PROCESSION OF THE DEAD
  5. TRAPPED IN DREAMS
  6. WHITE PILLARS TRILOGY 1 - ETERNAL SUN
  7. WHITE PILLARS TRILOGY 2 - BLOOD AND GOLD
  8. WHITE PILLARS TRILOGY 3 - TEMPLE AT THE END OF THE WORLD

Line up

  • Rick Thor: bass, vocals
  • Zé Rockhard: guitars
  • Nuno Mordred: guitars
  • F.: drums

Voto medio utenti

Avevo incrociato per la prima volta il nome di questa formazione portoghese nel leggere di un loro 7" in coabitazione con i Terminus, pertanto mi sono approcciato a questo loro nuovo lavoro con discreto interesse.
"The Cycle Never Ends" è il loro secondo album, dopo "We March Forward", uscito del 2013, che era seguito a un Mini, ("Iron Will" del 2012), dove era però presente un altro cantante, Zé Gomes, prima che il bassista Rick Thor passasse anche alla voce. Ad ogni modo ascoltandoli entrambi, è evidente come i Ravensire non abbiano mai privilegiato interpreti dalla voce squillante e pulita.
Quello che invece non gli dispiace suonare è un Heavy Metal fortemente epico, dai toni caldi ed evocativi, che trovano ispirazione nei Manilla Road, Brocas Helm, The Lord Weird Slough Feg e nei primi Manowar, un po' come fecero diversi anni fa i loro connazionali Ironsword (tra le cui fila ha militato proprio Rick Thor), i nostri Doomsword o i greci Wrathblade e in tempi più recenti gli statunitensi Visigoth e i succitati Terminus.

La produzione grezza e l'ancora più ruvido cantato di Rick Thor, una via di mezzo tra Lemmy, Chris Boltendahl ed un arrochito Eric Adams, aiutano a garantire quel minimo sindacale di personalità che è già evidente dalle prime battute di "Cromlech Revelations". Fanno poi breccia anche l'epicità e i modi battaglieri espressi da "Crosshaven", ma non spiace nemmeno la diretta e quasi thrashy (con molto dei Grave Digger vecchia maniera) "Solitary Vagrant". Quelle che restano le linee guida per il prosieguo del disco, con "Procession of the Dead" caratterizzata da un suggestivo break narrato in latino, dai rimandi maideniani di "Trapped in Dreams", e che trova il suo climax nella conclusiva trilogia "White Pillars", che nei sui quindici minuti di rutilante Heavy & Epic omaggia la storia dell'antica città di Sintra, entrata da tempo a far parte del Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco.

Difficilmente i Ravensire potranno ottenere altrettanto, ma sono sicuramente in grado di dire la loro.

So shall the bards sing in times to come...



I was born to review
Hear me while I write... none shall hear a lie
Report and interview are taken by the will
By divine right hail and write
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 14 feb 2016 alle 14:06

Letto, ascoltato il pezzo nel player e ordinato. Letteralmente rapito, epicità pura.

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