L'eredità del compianto Lemmy non è morta e probabilmente non morirà mai e i
Gehennah ne sono consapevoli. Hanno sfornato un album di Black'n'Roll ( anche se la categorizzazione va un po' stretta, qui troviamo infatti brani di punk e rock'n' roll unito alla velocità dell'heavy metal ) con 13 proiettili impazziti nei quali le vocals sono un ringhio fra Lemmy ( e Cronos dei Venom ) che parlano di alcool e di disagio sociale. "
[B]Too Loud To Live, To Drunk To Die[/B] " scorre via fra linee di basso roboanti, cascate di riff a creare un impenetrabile muro sonoro, batteria col pilota automatico impostato su "fast", ritmi serratissimi,solos ficcanti e vocals al vetriolo. I brani sono tutti tirati, spesso iniziano col classico fruscio del jack che si inserisce nel Marshall e poi la batteria che parte a mille. Certo, l'attitudine è sporca e cattiva ( sul booklet di presentazione i
Gehennah definiscono questo loro nuovo full length come il ritorno della " band meno talentuosa " ), la produzione "grezza" come si addice al genere e le canzoni, diciamolo pure, si somigliano un po' tutte, ma d'altronde i padri putativi certo non brillavano per originalita', ma se sopravviverete ai 34 minuti di lunghezza ( non ci sono highlight ma neanche momenti di stanca, tutti i pezzi scorrono con la velocità della luce ), sarete soddisfatti, con le orecchie sanguinanti ed il collo dolente.Se volete fare del sano headbanging, questo "
Too Loud To Live, To DrunkTo Die" fa proprio al caso vostro. Per true fans.
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