Arrivano da Los Angeles, ma invece che immaginarli su una spiaggia assolata a sorseggiare
cocktails, sarà più facile pensare agli
Ancient Spell come frequentatori di mefitiche cripte, intenti a celebrare il verbo del
doom-metal più psicotico e corrotto.
E allora diciamo subito che i californiani offrono una versione parecchio efficace del genere, stemperando piuttosto abilmente Black Sabbath, Pentagram, Solitude Aeturnus, Corrosion Of Conformity, Black Label Society, Eyehategod e Down in un crogiolo ricco di vocazione autentica, impregnando di tensione espressiva suoni per nulla “sediziosi”.
In “
Forever in hell” piacciono le chitarre lugubri, voluminose e taglienti, coinvolgono le scansioni ritmiche pulsanti e dense, e apprezzabile è pure la prova del cantante
Donnie Marhefka, non esattamente un “raffinato esteta” della fonazione modulata e tuttavia sempre piuttosto “comunicativo” anche in questo clima alienato e brutale.
Attraverso un percorso compositivo abbastanza rigoroso e non per questo banale, il gruppo dimostra di conoscere assai bene la materia e conquista l’astante per tutta la durata (strategicamente non troppo diluita) dell’albo, piazzando al contempo alcune “mazzate sulle gengive” davvero considerevoli.
E’ il caso della mortifera e apocalittica “
Cease to exist” (con un pizzico di Metallica nell’impasto sonico), della Down-
esque “
Fall of Humanity”, del
groove ipnotico e pernicioso di “
Black flame ritual” e della paranoica “
March to your grave”, tutto materiale capace di produrre un notevole “turbamento emotivo”.
Un’altra bella “scoperta” della
Minotauro Records, da consigliare senza indugio a tutti gli estimatori delle oscurità più funeste e colloidali.
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