Dopo praticamente 30 anni di silenzio dal primo (e ultimo) EP registrato, tornano i canadesi
Sarasin, band dedita ad un canonico quanto piacevole mix di hard rock e US Metal. Il primo album è il risultato di un tributo che il chitarrista
Greg Boileau ha voluto dedicare a due dei membri originali del gruppo, venuti a mancare a causa del cancro negli ultimi anni. Così, rinnovando completamente la line-up, ha riportato in vita i brani della band e ne ha aggiunti di nuovi, riuscendo nell’intento di dare finalmente alla luce un full-lenght targato Sarasin.
L’album scorre via veloce e senza intoppi, carico di ottimi riff e melodie convincenti. A livello strumentale non siamo nell’Olimpo ma tutto suona come deve senza stupire né in positivo né in negativo. Certo, per essere una sorta di “best of” di quanto prodotto in anni di militanza underground, la mancanza del guizzo geniale si avverte e si comprende bene come sia stato difficile emergere in un periodo dove tante altre band scrivevano veri capolavori indimenticabili. Tuttavia, ci sono migliaia di altre band che hanno fatto ben di peggio arrivando comunque ad una certa notorietà, cosa che immagino possa aver frustrato non poco, nel corso degli anni, la buona volontà del combo canadese. Per quanto mi riguarda mi sento comunque di promuovere senza riserve un lavoro onesto, piacevole, senza troppe pretese ma assolutamente in grado di attirare qualche attenzione.
Se siete amanti dello US Metal più catchy non esistate ad orientarvi verso i Sarasin, potrebbero rivelarsi una piacevole sorpresa. Se volete farvi un’idea prima di valutare l’acquisto, secondo me
"Now" e
"Forevermore" rappresentano i brani più riusciti.
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