Il
revival è un fenomeno con il quale ho a che fare sempre più spesso, soprattutto in campo Heavy (nella sua
re-incarnazione più classica) e nel Thrash, ma con il loro esordio,
"Noise Pollution", ecco che ì i danesi
Black Income riescono a sorprendermi.
E non lo fanno, come potrebbe far pensare il loro moniker, con sonorità estreme e oscure, ma andando a recuperare un genere che ha avuto enormi riscontri attorno ai primi anni '90 per spegnersi poi piuttosto velocemente.
I
Black Income, dopo essersi formati in tempi piuttosto recenti (solo nel 2012), infatti, affondano i propri strumenti in un maelstrom sonoro, in una vorticosa sorgente di Grunge, ma anche Stoner e Psych Rock, ispirato da gruppi come Stone Temple Pilots, Alice In Chains, Queens of the Stone Age e Fu Manchu, e, per quanto il sottoscritto non si possa definire certo un patito e cultore di queste sonorità, è lampante come i
Black Income siano di grado di reggere il confronto con le loro fonti di ispirazioni.
Una voce roca e strascicata (a ricordare quella di Layne Staley ma anche quella di Scott Weilland) quella di
Henrik Thrane ("
Everything" o "
Hate to Say It"), ritmiche pesanti e arrabbiate, proposte con un taglio piuttosto Heavy, soprattutto dalle chitarre distorte e fumose di
Philip Jensen e dello stesso
Thrane, che già fanno parlare di se nell'opener "
You Can't Overcome".
L'ottima resa sonora,
"Noise Pollution" è stato registrato ai Medley Studio (a Copenhagen, dove hanno inciso, tra i tanti, anche i Radiohead, The Cardigans e D.A.D.), fa rendere al meglio le dodici canzoni che ne fanno parte, a partire dalla stessa titletrack (dai massicci influssi stoner) sino alla conclusiva
"Open Your Mind" dove i
Black Income spingono un po' più sull'acceleratore, passando per la
soundgardiana "
Separate Heart" e per una "
Lock‘n Load" che sembra combinare Grunge e Tom Waits.
Una scelta controtendenza, ma anche per questo coraggiosa e vincente.
You want it all, but you can't
read it
It's in your face, but you can't
read it
What is it? It's it
What is it? ... it's the
review
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