Dopo il buon antipasto di 'Elegy E.P.', ecco che arriva il tanto atteso nuovo album di Liv Kristine e dei suoi Leave's Eyes (ovvero i ragazzi degli Atrocity al gran completo), quel 'Vinland Saga' che dovrebbe segnare una svolta nel classico sound Gothic a cui la bionda norvegese ci ha oramai abituato. Ed in parte così è. 'Vinland Saga', storia che narra il viaggio di Leif Erikson’s verso le "Greenland" in data 1000 A.D., è un platter di facile assimilazione, immediato nell'ascolto e facilmente assaporabile anche da chi non è certamente avvezzo al Gothic Sound. Le 11 songs sono intrise di dramma vichinghica e di epicità, ma al contempo si presentano con una verve discretamente rock & pop, sempre e comunque sinfonico ed molto emozionale. Liv sperimenta molto a questo giro, passando da arie in stile opera lirica (soprano, ovvio) a passaggi molto dolci e soffci, senza mai comunque strafare. Interessantissima la soluzione spesso utulizzata di doppiare o triplicare le voci con stili diversi tra loro, armonizzando al meglio il mood del pezzo, aumentandone così anche la dinamica ed il colore, così come è molto pregevole l'utilizzo di strumenti a percussione dal sapore nordico e dell'innesto sporadico dell'arpa (strumento portante della bellissima 'Amhran (Song Of The Winds)'). La produzione, come sempre è affidata ad Alexander Krull (e quindi sapete già come suona), bella piena e potente. Se volete fare un viaggio nei gelidi mari del Nord, alla ricerca della terra promessa, non dimenticate di portare con voi 'Vinland Saga', per ricordarvi come le vostre donne cantino della vostra avventura. Che Odino vi assista.
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