Un bel giorno il buon Graz, durante una delle frequenti telefonate al mio cellulare, tra un insulto per il ritardo di alcune delle mie recensioni ed una minaccia per il ritardo delle altre mie recensioni da consegnare, mi sventolò entusiasta all'orecchio il nome dei Divine Empire. Io, che in quel momento mi stavo avventurando in mezzo al traffico pomeridiano di Trieste con la stessa sicurezza di un nuotatore nel bel mezzo di un Rio delle Amazzoni infestato dai piranha, sul momento abbozzai un timido "Divine chi?", ricevendo ovviamente la terza razione di insulti dal sullodato caporedattore. In effetti per chi ama il death statunitense dei primi anni 90 il nome Divine Empire non dovrebbe essere assolutamente sconosciuto. Trattasi infatti del gruppo nato oramai sette anni fa dall'unione di alcune delle numerose costole lasciate per strada dai Malevolent Creation in seguito ai costanti e sistematici cambi di line up avvenuti album dopo album. "Method Of Execution" rappresenta il quarto capitolo della band e si inserisce, com'è ovvio, nel filone più brutale ed intransigente del genere. Pezzi quali "Kill The King", "Dungeon Mask" oppure "Storm Of Hatred" (ben introdotta dall'acustica "Prelude To Storm") mostrano continui rimandi a gruppi quali Cannibal Corpse, Morbid Angel ed appunto Malevolent Creation, mentre non mancano parentesi più melodiche come la conclusiva "Return To Ashes" e la già citata "Prelude To Storm". Strumentalmente i tre musicisti se la cavano egregiamente, e le vocals catacombali di Jason Blachowicz si integrano alla perfezione nel magma sonoro del gruppo, che sopperisce alla cronica mancanza di originalità con una certa dose di freschezza e di ispirazione. La pecca principale che affligge "Method Of Execution" è il numero eccessivo di canzoni presenti sul dischetto, le quali non sempre sono qualitativamente all'altezza del resto del lavoro ed in ogni caso tendono a sfiancare l'ascoltatore, impedendogli di gustare pienamente tutto lo sforzo prodotto dai Divine Empire per comporre un'ora di musica. Se siete dei fanatici del gruppo o delle sue muse ispiratrici, non esitate a prenderlo; per gli altri... bah...beh...dai un ascolto potete comunque concedervelo. Ok Graz, la recensione è terminata, cosa ho vinto questa volta?
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