E' stato descritto come un caleidoscopio curioso, sorprendente, avventuroso e futuristico che vuole combinare il classic melodic rock anni 80 (Styx, Kansas, Saga, Toto) con il bombastic pomp rock (Asia), il rock operistico-corale dei Queen, il musical e la complessità di certi gruppi prog (A.C.T., Flower Kings, gli Yes di Trevor Rabin, i Pink Floyd, gli Spock's Beard). Nato dall'unione delle menti di Goran Edman (Malmsteen, Karmakanic, Snake Charmer, Norum, Glory), Benny Jansson (Snake Charmer, Erika) e Daniel Flores (Mind's Eye, Novak) uniti dal semplice scopo di creare la musica che più piaceva a loro e divertirsi nel farlo, a cui si sono aggiunti tra gli altri Matt Norberg (Chris Catena) e la vocalist Helen Olofsson (controcanto in "By the golden river"). Non tutto ha funzionato alla perfezione: in alcuni brani la carne al fuoco è tanta e troppa, e i cambi di tempo ripetuti e gratuiti si sprecano, inoltre le fonti d'ispirazione sono ben evidenti, a cominciare dall'happy progressive degli A.C.T. con tanto di inserimenti vocali teatrali ed operistici ("Bohemian rhapsody") di "April skies" e "A snake in paradise", le voci tra il caotico ed il melodico con refrain in stile musical di "Lex the fly" (c'è anche puzza di Spock's Beard), la melodia che strizza l'occhio ad ELO e Toto ("Mr chairman"), una ballad melodico orchestrale ("Take me home") cantata stupendamente ma che sa troppo di Styx e simili, gli Asia e gli Yes corali di "Big generator" ("In memorial of..."), il riuscito
duetto Edman-Olofsson nella calma "By the golden river" che riesce ad animarsi in un finale concitato dove le tastiere prendono il sopravvento, ancora prog melodico con soffici tastiere e cori in "Waves of the sea" (brano che non sfigurerebbe nel repertorio di Lana Lane), fortuna che la linearità degli schemi viene interrotta da "Green mile", confuso ma riuscito cocktail di Flower Kings, Pink Floyd, Yes e melodic rock con il cantato di Edman che a tratti si accorda alle tonalità di Roine Stolt e Roger Waters. "Cosmic virus" è puro prog metal (e include un plagio strumentale ad un frammento di "Metropolis part I") mescolato alle solite parti corali operistiche e melodiche (è il brano dove Edman raggiunge le più alte tonalità) con ritmiche concitate e nervose, ancora gli Yes di "Big generator" e la sofficità dei Flower Kings in "Material world", poi la title track finale il cui intro subito mi fa venire in mente "Is this love" dei Whitesnake, un breve interludio per piano e voce ed un refrain corale orecchiabile cantato nel finale anche dai bambini che ricorda "We don't need another hero" di Tina Turner.
Disco riuscito solo in parte, con 3 o 4 pezzi validissimi (tra cui "Cosmic virus") ed una strana calma nella struttura dei brani che stanno a metà cd, l'artwork è di Mattias Noren e la band è anche presente nel cd "Discovery" nel brano "Mickey's monkey" in cui canta Chris Catena.q
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?