Negli ultimi tempi Lee Dorrian deve aver sentito un richiamo prepotente alle sonorità degli esordi di “Forest of equilibrium”, nero monolito Sabbathiano. Lo ha dimostrato con l’ultimo lavoro dei Cathedral ben più impregnato di doom rispetto agli episodi precedenti, ma non contento ha dato vita a questo progetto che coinvolge noti elementi del settore come Greg Anderson, appena uscito dai Goatsnake e complice di Stephen O’Malley nei disumani Sunn 0))) e Justin Greaves dei defunti cult-doomers Iron Monkey. Quattro menti dominate dalla follia tenebrosa sotto la direzione dell’onnipresente Billy Anderson potevano produrre soltanto un’esperimento estremo come questo “Rampton” che sfida come concezione l’inarrivabile totem di “Jerusalem”. Tre sole tracce per una durata complessiva di oltre cinquanta minuti formate da un’ipnotica, sofferente, catacombale doom-drone music dalle esasperate caratteristiche di lentezza pesante come funerea processione, monodirezionale e totalmente oscura, condita da distorsioni noise e vocals d’abisso, volutamente procuratrice di trance narcolettica e straniazione assoluta.
La divisione in brani è puramente convenzionale trattandosi di un'unica strisciante colonna sonora per l’autoflagellazione spirituale che non si cura di offrire il minimo appiglio per uscire dal soffocamento e dalla disperazione maniacale.
Mi pare chiaro che il disco si rivolga unicamente ad anime in cerca di punizioni tombali ed overdosi ossianiche, per gli altri è solamente un concentrato di noia mortale. Io, che ogni tanto amo uscire dalla mia cripta per vedere la luce del sole, non sono riuscito ad arrivare alla fine più di un paio di volte e lo ritengo un esercizio fine a se stesso, sostanzialmente inutile, magari anche anticommercialmente snob. Nella stessa direzione di Sunn 0))), Boris, ecc. ma più che una strada mi sembra un vicolo cieco.
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