Finalmente è arrivato il secondo capitolo della "nuova" era dei
Dynazty. Dopo la fase più hard rock, gli svedesotti hanno scoperto di saper suonare davvero e hanno sfornato una prima bombazza atomica dall'agghiacciante titolo "Renatus". Hype a mille per questo seguito, dopo aver letteralmente consumato il primo capitolo per mesi e mesi. Un'attesa spasmodica evitando di ascoltare preview o versioni diciamo "poco autorizzate" proprio per gustarmi appieno il primo vero ascolto fatto come si deve fare per un disco del genere: in macchina col volume a mille e l'acceleratore costantemente premuto a tavoletta. Il risultato?
Questo disco è un'altra bombazza atomica, fine del discorso. Certo ripetono una formula già collaudata a volte al limite dell'autoclonatura. E allora? Se siete tra quelli che da una band cercano innovazioni ed evoluzioni ad ogni disco toglietevi subito dalle palle. Finchè una band si ripete con freschezza, potenza, tiro e gusto ce ne sbattiamo altamente il cazzo. Non c'è niente di male nel ripetersi, basta farlo bene. Per esempio gli Iron si ripetono costantemente ma da dieci (quindici.....) anni a questa parte lo fanno male, quindi che si fottano. Loro invece hanno ripetuto la formula di "Renatus" e l'hanno fatto con gli stracazzi. Bravi, bravi, bravi.
Impossibile non scapocciare come matti ascoltando "
The Human Paradox", per dire. Un'apertura veramente bestiale, con dentro tutto. Melodie stupende, riffettoni potenti, un assolo spettacolare. E il disco snocciola palline anali di pregevole fattura una dietro l'altra. "
Untamer Of Your Soul", "
Roar Of The Underdog", la title-track, tutti pezzi che fanno partire il piedino e ti obbligano ad alzare il volume fino a che i vetri della macchina non chiedono pietà. Quando poi parte il ritornello di "
Free Man's Anthem" come fai a non premere sul gas come un dannato mentre infrangi ogni possibile limite di velocità?
L'unico elemento ridondante da segare via sono le tastiere, ma è questione di idee artistiche e musicali personali. Per chi scrive le tastiere sono inutili nel 90% delle metal band, soprattutto quando hai in formazione due chitarristi col contropelo come i
Dynazty. Inutili e a tratti pure fastidiose, ma tant'è....
Morale, questo disco spacca i culi ed è la perfetta, naturale evoluzione del discorso intrapreso con "Renatus". Se dovessero venire in tour sono da andare a vedere pure in
Culandia. Partite in macchina con i vostri amici e fate il viaggio ascoltando questi due dischi a ripetizione ad un volume inumano. Se ci trovate qualcosa che non va, qualche difetto, insomma se non vi fa spruzzare nei pantaloni fiumi schizzi caldi e densi il problema è solo vostro.
A cura di Claudio "Erotic_Nightmares"
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